Omicidio di Mozzate, pena confermata in Cassazione

Il delitto Flavio Briancesco dovrà scontare 9 anni e 8 mesi per l’assassinio di Lorenzo Borsani. L’aggressione con un coltello in via Turati il 6 agosto 2020

«Qualsiasi sentenza non potrà restituire Lorenzo alla sua famiglia. Dopo anni però è stata fatta finalmente giustizia».

A parlare è l’avvocato Simone Gatto che assiste i patenti della vittima, Lorenzo Borsani di 36 anni, ucciso con un colpo di coltello al cuore all’esterno della casa della ex moglie a Mozzate. Autore del delitto fu Flavio Briancesco, 53 anni di Tradate, il cui ultimo ricorso di fronte ai giudici della Cassazione è stato respinto nelle scorse ore con un «rigetto totale», con la notifica che è arrivata ieri.

La sentenza

Il caso è chiuso, dunque, e rimane per l’imputato la condanna a 9 anni e otto mesi con lo sconto di un terzo che era stato sancito dalla scelta del rito abbreviato. Una vicenda processuale che non ha avuto un andamento lineare visto che il giudice di primo grado aveva condannato Briancesco per omicidio volontario (10 anni di pena), mentre per l’Appello (in prima istanza) quando avvenuto a Mozzate era stato solo un eccesso colposo di legittima difesa, con il computo degli anni che era di conseguenza sceso a 2 anni e 8 mesi, con aggiunti i 6 mesi per il porto del coltello.

Il secondo colpo di scena, dopo quello appena riferito, era giunto di fronte alla Corte di Cassazione che aveva annullato quest’ultima sentenza rimandando di atti a Milano. Un verdetto, quello giunto dalla Capitale, che aveva di fatto cancellato la posizione dell’eccesso colposo di legittima difesa che del resto aveva fatto molto discutere. Il fascicolo, tornato dunque in Appello a Milano, aveva riportato la vicenda di fronte ai giudici di secondo grado che avevano deciso per una condanna per l’omicidio a 9 anni e 8 mesi, quasi la stessa pena che dunque era stata inflitta a Como. Ed ora, come detto, la Cassazione ha definitivamente respinto l’ultimo ricorso della difesa, rendendo definitiva la condanna.

La vicenda

La storia di cui stiamo scrivendo avvenne nel 2020 (era il 6 agosto) a Mozzate. Briancesco era stato arrestato dai carabinieri poche ore dopo la lite finita in tragedia. L’imputato, quel giorno d’estate, si era recato in via Turati a casa della ex moglie della vittima nonché amica della compagna dello stesso Briancesco, per cercare di aggiustare la lavatrice. Attorno alle 18, uscendo di casa, aveva trovato le gomme della sua Mercedes Classe A bucate. Nella via, in quel momento era sbucato Borsani al volante della sua Fiat Panda. I due avevano subito iniziato a litigare, nonostante il tentativo della ex della vittima di dividere i due contendenti.

Ad un certo punto, nel pieno della colluttazione, Briancesco – lui disse di essersi spaventato, e per questo motivo di essersi armato – prese dalla propria cassetta degli attrezzi un coltello a serramanico, di quelli con la lama che deve essere estratta (un Opinel con una lama di 10 centimetri) e con quell’arma colpi Borsani uccidendolo. Due colpi, uno al braccio e uno al petto, quest’ultimo fatale e inferto proprio davanti agli occhi della donna per cui i due stavano litigando.

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