Cos’è la depressione post partum e perché è fondamentale prevenirla?

Approfondimento Secondo il ministero ne soffre fino al 12% della neo mamme. Asst Lariana amplia l’offerta con l’organizzazione di un servizio dedicato

Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero della Salute la depressione post partum coinvolge circa il 6-12% delle neomamme. Fondamentale prevenire o intercettare precocemente queste situazioni prendendosi cura di queste donne. Asst Lariana ha recentemente ampliato l’offerta del reparto di Ostetricia e Ginecologia proprio con l’organizzazione di un servizio dedicato.

«La depressione post partum è una condizione di malessere intenso e prolungato che può manifestarsi tra le 4 e 6 settimane dopo il parto – spiega Carlotta Brega, psicologa referente del percorso - è caratterizzata da tristezza, sbalzi di umore, crisi di pianto, perdita di piacere e interesse, disturbi del sonno e dell’appetito, ma anche agitazione, irrequietezza o rallentamento psicomotorio. Tra gli altri sintomi ci possono essere perdita di fiducia nelle proprie capacità, senso di inadeguatezza e sensi di colpa eccessivi, incapacità a concentrarsi e pensare, fino a pensieri di morte».

Utile sottolineare che la depressione post partum va distinta dal “maternity blues” il cui quadro clinico rappresenta una reazione piuttosto comune nelle neomamme e che è dovuto principalmente ai drastici cambiamenti ormonali nelle ore successive al parto e alla stanchezza fisica e mentale legata al travaglio e al parto. «Il “maternity blues” si caratterizza per una indefinibile tristezza, irritabilità ed inquietudine che raggiunge il picco a 3-4 giorni dal parto e colpisce circa il 70-80% delle neomamme – dice ancora - Tale condizione è nella maggior parte delle donne transitoria e si risolve spontaneamente nell’arco dei 10-15 giorni dopo la nascita del bambino».

La sintomatologia depressiva si può presentare non soltanto nel postparto ma anche durante la gravidanza, ecco perché si parla più in generale di depressione perinatale. «Tra le condizioni di disagio emotivo che si possono verificare – aggiunge la psicologa - oltre alla depressione, possono manifestarsi disturbi d’ansia, la psicosi puerperale, il disturbo ossessivo-compulsivo e il disturbo post traumatico da stress». Può esserci la presenza di preoccupazioni, timori ed ansia eccessivi in relazione alla gestazione e a ciò che riguarda il benessere del bambino sia durante la gravidanza che una volta nato. Possono insorgere fobie specifiche come la paura eccessiva del travaglio-parto. Rispetto ai disturbi d’ansia va precisato che una quota di agitazione, paura e preoccupazione rispetto alla gravidanza, al parto e al benessere del bambino sono considerate del tutto fisiologiche sia nel periodo prenatale che postnatale. Per diagnosticare un disturbo d’ansia i sintomi devono interferire in maniera significativa con il funzionamento quotidiano della persona e causare un disagio considerevole».

La psicosi puerperale, invece, è una condizione più rara e meno frequente, ed è caratterizzata dall’insorgenza di allucinazioni, deliri, comportamento disorganizzato e/o catatonico, perdita di contatto con la realtà e sviluppo di angosce riguardanti la relazione con il bambino.

La diagnosi di depressione può essere effettuata da uno specialista psicologo o psichiatra, attraverso l’esecuzione di colloqui clinici ed eventualmente della somministrazione di test psicodiagnostici.

«La diagnosi di depressione necessita di una attenta valutazione da parte del clinico – precisa la psicologa - poiché la sintomatologia manifestata a livello psicosomatico ed emotivo è in parte sovrapponibile alle fisiologiche sensazioni ed emozioni provate durante la gravidanza e il post-parto».

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