Vespe, api e calabroni. Dall’orticaria all’asma, attenzione alle punture

Pericolo È fondamentale sapere come comportarsi. in caso di reazioni gravi: in Italia 20 decessi all’anno. L’importanza dei cortisonici e dei farmaci antistaminici

Le punture di vespe, api e calabroni sono vere e proprie reazioni allergiche e possono avere anche gravi conseguenze. Si stima che oltre 5 milioni di italiani ogni anno vengano punti dagli imenotteri, con circa 20 casi all’anno di decessi nel nostro Paese.

È fondamentale sapere come comportarsi in occasione di una reazione a queste punture in quanto le manifestazioni possono essere diverse. Ci sono casi in cui le conseguenze delle punture possono essere lievi, in altri moderati, ma in altri ancora possono essere così gravi da avere un coinvolgimento respiratorio e cardiocircolatorio.

Tra le reazioni generalizzate lievi può esserci l’orticaria, a volte accompagnata da un gonfiore delle labbra o del volto (angioedema), mentre tra le reazioni moderate ci sono sempre quelle che coinvolgono la cute, e quindi orticaria con o senza angioedema, ma che possono essere accompagnate da sintomi gastrointestinali, come nausea e/o diarrea. Le reazioni gravi sono invece asma, sensazione di chiusura in gola, alterazione del tono della voce (disfonia), difficoltà alla deglutizione (disfagia), fino ad arrivare a reazioni che coinvolgono il sistema cardiocircolatorio, con abbassamento della pressione. Il paziente può sentirsi svenire e nei casi più gravi può perdere conoscenza (shock anafilattico). «È importante sottolineare – spiega Marina Mauro, responsabile della struttura semplice di Allergologia del Sant’Anna – che non esiste un test predittivo che ci consente di sapere se il paziente avrà o meno una reazione generalizzata. Solo a seguito della prima puntura è possibile ipotizzare le reazioni che si potrebbero avere in caso di una seconda puntura».

Solo il 3% della popolazione ha, nel corso della vita, una reazione generalizzata alla puntura di un imenottero. «I pazienti punti – aggiunge il medico – che non hanno queste reazioni generalizzate sono la gran parte. In questi casi si presentano reazioni locali vivaci, oppure reazioni locali estese, dove per estese si intende un gonfiore superiore ai 10 centimetri».

Esistono, inoltre, reazioni loco regionali, come nel caso in cui una persona punta a una mano si gonfia fino al gomito, oppure, punta sulla fronte ha un edema di tutto il volto.

Come detto, non è possibile prevedere gli esiti di una prima puntura di imenottero, ma gli esperti sono in grado di valutare il rischio successivo a seguito di una reazione. Un paziente, ad esempio, che ha avuto una reazione locale estesa, ha un rischio dell’8% di presentare una reazione generalizzata alla successiva puntura di quello stesso imenottero. Nel soggetto che ha manifestato per la prima volta una reazione generalizzata il rischio varia a seconda della gravità della reazione generalizzata: chi ha presentato una reazione con orticaria, o orticaria con angioedema, ha un rischio del 30% di ripresentare la stessa reazione, o una reazione più grave, se ripunto dallo stesso imenottero.

Per coloro che, invece, hanno avuto una reazione grave, quindi con dispnea, o sensazione di vertigini oppure perdita di coscienza, il rischio di ripresentare una reazione grave sale al 60-70%. Le reazioni allergiche si presentano classicamente entro pochi minuti, fino anche a una o due ore, ma nella maggioranza dei casi (più del 90%) si presentano entro i primi 30 minuti. Cosa fare quando si viene punti? «Se la reazione è locale estesa – precisa Marina Mauro – è utile applicare subito del ghiaccio e tenerlo per almeno 10/15 minuti, successivamente applicare una crema cortisonica. Se il gonfiore, nonostante questi primi accorgimenti, progredisce è necessario assumere un cortisonico e un antistaminico compresse. Il consiglio è comunque di rivolgersi al proprio medico di famiglia».

In caso di reazione generalizzata con orticaria, come sottolinea l’allergologa, è importante assumere subito un cortisonico e un antistaminico in compresse e raggiungere immediatamente un pronto soccorso o chiamare il 112.

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