11?

11?

Delle tante informazioni di cui abbiamo sentito il bisogno una volta appreso del terremoto in Giappone (quante vittime, quanti sfollati, quanto serio l'allarme nucleare) di una e una soltanto non avevamo necessità alcuna. E infatti ci è stata subito servita.
Siti d’informazione anche molto prestigiosi - citerò a esempio quelli del Corriere, della Stampa e del Giornale - hanno pubblicato articoli dedicati alla «maledizione dell’11». Ovvero qualcuno, di fronte allo spiegamento sempre più eloquente di una gigantesca catastrofe, ha trovato il tempo e lo spirito (?) di "ragionare" sul fatto che il terremoto in Giappone, l’attacco alle Torri Gemelle e gli attentati di Madrid sono accaduti tutti il giorno 11 del mese, in un caso (Madrid) addirittura dello stesso mese: marzo. «Naturalmente è una coincidenza - scriveva il Corriere -. Ma come tutte le coincidenze entra nelle teste della gente e non ne vuole più uscire». Precisiamo, caro redattore: entra nella tua testa, e da lì non vuole più uscire. Forse perché ha trovato sfitto: uno spazio vuoto, aria morta increspata da quelle musichette sciape che vengono diffuse negli ascensori.
Il problema è che elevare una coincidenza zoppa (quella tra un evento naturale e due tragedie progettate ed eseguite dall’uomo) al rango di informazione è sbagliato e, nei confronti del pubblico, insultante. A meno che non si volesse dimostrare come anche la stupidità può far notizia. Ma questo lo sapevamo.

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