Ancora prima che si celebri la finalissima, i campionati mondiali di calcio in Brasile ci hanno consegnato alcune immagini che non dimenticheremo: tra queste, l'infortunio di Neymar, le lacrime del colombiano Rodriguez, la faccia di Balotelli che raggiunge il pullman con la testa stretta tra le cuffie, le quasi simultanee dimissioni di Prandelli e Abete e parecchi gol tra cui vorrei ricordare quello di Van Persie nella partita vinta dall'Olanda contro la Spagna.
Ma c'è un'immagine che sovrasterà tutte, se non per la sua forza almeno per la sua insistita ripetizione. Mi riferisco all'immagine dei giocatori che incrociano le braccia durante la grafica televisiva delle formazioni. Non si tratta, a voler essere precisi, di un semplice incrociamento: nella “coreografia” studiata per la tv, il giocatore si presenta con lo sguardo e il volto rivolto verso la sua destra, quindi si volta a guardare la telecamera e, nel voltarsi, raggiunge la posizione di braccia conserte. Un sito di perditempo (slate.com) si è divertito ad accostare in un video le “tecniche” di “voltaggio” e incrociamento esibite dai campioni.
Curioso a dirsi, anche un gesto tanto semplice può condurre a differenze rivelatrici. C’è chi recita il breve atto con evidente imbarazzo, chi si impone uno sguardo da duro, chi invece da bravo ragazzo fedele ai principi del fair play richiesti dalla Fifa e chi rifugia le mani nella profondità delle ascelle lasciando in libertà soltanto i pollici. Insomma, un'infinita serie di variazioni sul tema partendo dalla quale slate.com si diverte a teorizzare il “perfetto” gesto, somma e sintesi di tutti i tentativi individuali esibiti dai giocatori convocati al mondiale.
Un'analisi divertente ma che non supera in interesse il semplice allineamento, nel video, dei calciatori, della loro goffaggine e della loro spacconeria. Uno spettacolo utile perché ci fa capire come, tutto sommato, il calcio sia ancora uno sport praticato, perfino ai massimi livelli, da gente normale. Qualche volta ne abbiamo dubitato.
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