A me gli occhi

A me gli occhi

Premessa: «La nostra attenzione si sposta nella direzione in cui le altre persone stanno guardando». In altre parole, noi guardiamo dove gli altri guardano per guardare cosa stanno guardando. Osservazione: «Si tratta di un riflesso condizionato, indipendente da fattori quali l’identità di chi spinge il nostro sguardo nella direzione del suo». Ovvero: non importa chi guardi cosa, noi spostiamo comunque il nostro sguardo.

I ricercatori di un’Università romana hanno cercato di accertare bontà di premessa e osservazione approntando una ricerca basata sul diverso orientamento politico di 28 italiani, «equamente divisi tra simpatizzanti del centrodestra e del centrosinistra». Questi signori sono stati posti davanti a uno schermo tv che riproduceva i primi piani di due personaggi «di destra» (Silvio Berlusconi e Bruno Vespa) e di altrettanti «di sinistra» (Antonio Di Pietro e Romano Prodi) allo scopo di verificarne la reazione ai cambiamenti nella direzione degli sguardi di tali individui. Risultato, esiste una "magnetizzazione" politica dell’occhio: i volontari di destra seguivano gli sguardi di Berlusconi e Vespa più di quelli di Prodi e Di Pietro. I volontari di sinistra tendevano invece a resistere agli sguardi sia della coppia Berlusconi-Vespa sia di quella Prodi-Di Pietro.

Che cosa significhi tutto ciò non è chiaro, anche se i ricercatori vi attribuiscono un notevole potenziale nel rivelare «aspetti dell’umana tendenza a coalizzarsi in società complesse». Per arrivare a tanto, però, bisognerà studiare gli italiani nell’atteggiamento con cui più spesso guardano alla politica: a occhi chiusi.

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