Preparatevi a un paio di notizie dal mondo della scienza destinate, con tutta evidenza, ad avere un forte impatto nelle nostre future esistenze.
La prima viene dall’Inghilterra e riferisce dell’impresa di un gruppo di ricercatori locali. Costoro sono stati in grado di sviluppare una semente di frumento potenziata. Questo "superwheat", come lo chiamano, permette di aumentare il raccolto medio per stagione di circa il 30 per cento. Capirete che questo fatto è tutt’altro che marginale. Non è come se il vicino avesse recuperato un ceppo particolarmente robusto e rigoglioso di tulipani tale da far impallidire quelli piantati dalla nostra parte della rete (circostanza comunque imbarazzante): una super-produzione di frumento potrebbe sconquassare gli equilibri del mercato alimentare.
La seconda notizia viene dagli Usa ed è ancor più fragorosa. Secondo gli esperti, un atteso incremento dell’estrazione di olio di scisto da parte degli Stati Uniti finirà per ribaltare la bilancia commerciale degli idrocarburi. In pratica, da principale Paese importatore di petrolio, l’America diventerà nel giro di 5 anni il più importante esportatore: un ribaltamento economico le cui conseguenze sul piano finanziario, ma anche su quello politico, militare e, in ultima analisi, sociale, sono ancora difficili da immaginare.
Il tutto dovuto a una cosetta chiamata con un nome semplice semplice: "ricerca". Una cosetta in grado di imprimere alla società spinte molto ma molto più forti di quanto possa, oggi, la politica. Eppure, almeno in Italia, ci occupiamo molto più di politica che di ricerca; dedichiamo sforzi, energie, furori ed entusiasmi alla spesso vana speranza di definire una volta per tutte una rappresentanza che, nei fatti, ha ormai pochissime possibilità di incidere nella realtà. Quando ci riusciremo, sarà nostra l’illusione poter finalmente affrontare il mondo ad armi pari. Ma il mondo che ci ritroveremo davanti, non sapremo neppure riconoscerlo.
La prima viene dall’Inghilterra e riferisce dell’impresa di un gruppo di ricercatori locali. Costoro sono stati in grado di sviluppare una semente di frumento potenziata. Questo "superwheat", come lo chiamano, permette di aumentare il raccolto medio per stagione di circa il 30 per cento. Capirete che questo fatto è tutt’altro che marginale. Non è come se il vicino avesse recuperato un ceppo particolarmente robusto e rigoglioso di tulipani tale da far impallidire quelli piantati dalla nostra parte della rete (circostanza comunque imbarazzante): una super-produzione di frumento potrebbe sconquassare gli equilibri del mercato alimentare.
La seconda notizia viene dagli Usa ed è ancor più fragorosa. Secondo gli esperti, un atteso incremento dell’estrazione di olio di scisto da parte degli Stati Uniti finirà per ribaltare la bilancia commerciale degli idrocarburi. In pratica, da principale Paese importatore di petrolio, l’America diventerà nel giro di 5 anni il più importante esportatore: un ribaltamento economico le cui conseguenze sul piano finanziario, ma anche su quello politico, militare e, in ultima analisi, sociale, sono ancora difficili da immaginare.
Il tutto dovuto a una cosetta chiamata con un nome semplice semplice: "ricerca". Una cosetta in grado di imprimere alla società spinte molto ma molto più forti di quanto possa, oggi, la politica. Eppure, almeno in Italia, ci occupiamo molto più di politica che di ricerca; dedichiamo sforzi, energie, furori ed entusiasmi alla spesso vana speranza di definire una volta per tutte una rappresentanza che, nei fatti, ha ormai pochissime possibilità di incidere nella realtà. Quando ci riusciremo, sarà nostra l’illusione poter finalmente affrontare il mondo ad armi pari. Ma il mondo che ci ritroveremo davanti, non sapremo neppure riconoscerlo.
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