Tra le tante cose che la tecnologia potrebbe a breve rendere obsolete e pertanto sottrarre alla nostra vista, come è capitato in passato al registratore a cassette, al floppy disc e all’Udeur di Mastella, ce n’è una alla quale non avevamo ancora pensato: la scrivania. Mentre a Roma - e non solo - infuria la battaglia ambientalista, se vogliamo dire così, di chi vorrebbe scongiurare l’estinzione della poltrona. nel mondo c’è chi si preoccupa per la possibile scomparsa di questo altro pezzo di mobilio.
Più che preoccuparsene, cerca di comprendere che cosa mai potrà sostituirlo. In effetti, la scrivania tradizionale non ha più ragione di esistere: pensata per ospitare carta, uno scrittoio, il telefono e, infine, il computer, appunto, “desktop”, oggi si trova priva di ragioni d’essere. La carta è sparita, assorbita dal digitale, e il telefono “fisso” non è indispensabile, vista l’onnipresenza dei cellulari, mentre il computer desktop, fatta dapprima strada ai “laptop”, è oggi rimpiazzato dai tablet.
Non che in futuro la gente potrà lavorare in piedi: un punto di appoggio servirà comunque. Ma non è detto, e qui sta la rivoluzione, che debba essere “fisso”, ovvero che ognuno di noi debba recarsi, la mattina, nel suo metro quadro o poco più. Piuttosto, dovremo adattarci a essere “mobili”: lavorare un po’ qui e un po’ là, trovando un posto dove mettere “la roba” e collegare i nostri apparecchi. Chi ha incominciato a pensare a queste innovazioni propone oggi soluzioni che sembrano spingere molto verso la condivisione. Un’azienda mostra compiaciuta in un video il suo “superdesk”, un piano di lavoro disteso senza soluzione di continuità che, di tanto in tanto, si solleva a formare “gallerie” dove trovano posto scaffali e divanetti. Intorno al “superdesk” si affollano colleghi sorridenti e disposti a operare gomito a gomito con dinamismo, tolleranza, generosità e rinuncia al privato.
Una scena che non mi sono bevuto neanche per un secondo. Il fatto è che se il “superdesk” è stato facile da progettare, non sarà altrettanto semplice produrre la gente adatta a lavorarci sopra.
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