Allievo Lindo

Abbiamo sempre annesso al Paese della pubblicità un gran territorio di fantasia. Non per niente gli operatori del settore si chiamano “creativi” e non “ragionieri”, con tutto il rispetto per il potenziale immaginativo di questa ultima categoria che, mi dicono, può riservare sorprese interessanti. Chi lavora per la pubblicità, però, è il “creativo” per eccellenza e davanti a sé, quando cogita su una campagna per un nuovo prodotto, altro non vede che orizzonti sconfinati e non conosce limitazioni se non quella imposta dalla missione originale: rendere la merce in oggetto accattivante o, ancora di più, necessaria agli occhi dell’utente.

Qualcuno però, in tutta questa libertà ha finito per perdersi. Opinione personale, per carità, e tuttavia non proprio peregrina qualora si consideri il recente spot che mette in campo la nonna di Mastro Lindo.

Abbiamo imparato ad apprezzare Mastro Lindo in tanti anni di interruzioni pubblicitarie, e abbiamo anche imparato a ignorarlo, se il caso: non ci aspettavamo però che tenesse famiglia, anche perché le sopracciglia bianche fin dagli anni Ottanta lo tradivano per maturo, se non proprio anziano. Ecco dunque che l’entrata in scena della signora Lindo spiazza doppiamente. Ma forse sbaglio e tutto lo spot è in realtà un flashback: vediamo Lindo quando non era ancora Mastro ma Allievo e la presenza della nonna ha piena legittimità anagrafica.

Comunque sia, questa insinuazione di parenti e amici nell’universo pubblicitario è senz’altro preoccupante. Se Mastro Lindo ha piazzato la nonna in uno spot, possiamo aspettarci che, nel futuro prossimo, altri personaggi vorranno approfittare dello sdogananento del nepotismo: conosceremo la zia di Capitan Findus e, un giorno, qualcuno telefonerà in questura per togliere dai guai una sedicente «nipote dell’Olandesina» quando, indagando appena un poco, si sarebbe potuto facilmente identificarla come amante dell’Omino coi Baffi.

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