Allons

Gli ultimi tre ad aver trovato un lavoro grazie alla politica economica del governo sono, in ordine alfabetico, tali Amato Giuliano, di anni 74, Bondi Enrico, di anni 78 e Giavazzi Francesco, di anni 63, Quest’ultimo, detto "il pinella", subisce, causa la giovane età, ogni sorta di burle da parte di primi due, che lo mandano a prendere il caffè, gli mettono il cuscino rumoroso sotto la sedia e, prima di coricarsi, combinano con le lenzuola lo scherzo del "sacco". "Pinella" a parte, a questi tre signori non di primissimo pelo il governo, presieduto da tale Monti Mario di anni 69, ha affidato il compito di guidare una rivoluzione: quella necessaria a tagliare la spesa pubblica.

Inutile, qui, sottolineare ancora una volta come il termine "rivoluzione" sia il più adatto a definire l’impresa di contenere l’emorragia di denaro: nient’altro che un sovvertimento degli usi, della consuetudine, delle regole e perfino della morale corrente sarebbe in grado di avvicinarsi all’ambizioso traguardo. Stabilito che proprio di una rivoluzione c’è bisogno, sorge il sospetto che i tre signori di cui sopra siano un poco troppo in avanti con gli anni per il ruolo di rivoluzionari.

Maximilien Robespierre, uno che se ne intendeva, terminò tutta la parabola da rivoluzionario a rivoluzionato nell’arco di 36 anni, età in cui venne ghigliottinato. Napoleone venne proclamato imperatore (imperatore, mica segretario dell’Udc) all’età di 35 anni e Mozart, rivoluzionario a modo suo, completò a 20 anni il suo Concerto per piano No. 9. Per non dire di Einstein e Michelangelo i quali, entrambi a 37 anni, consegnarono all’umanità i loro capolavori rivoluzionari: la Teoria della relatività generale e gli affreschi della Cappella Sistina. Insomma, se portata a termine, quella di Amato-Bondi-Giavazzi sarebbe forse la prima rivoluzione "over 60". Come diceva, la canzone? «Allons vieillards de la Patrie...»

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