Alluvioni permettendo

Alluvioni permettendo

Abbiamo letto e riletto che, in Europa, Roma è il problema. Non tutti la pensano così: qualcuno dice che, al contrario, Roma potrebbe essere la soluzione. Non la Roma di oggi, però, ovvero la Roma degli onorevoli vaganti, dei blac block scatenati, dei deputati a peso e dell’inaffidabilità eletta a sistema: la Roma antica, invece, quella di duemila anni fa che, a modo suo, già aveva unificato l’Europa e, come accade oggi per l’euro, aveva fatto dei sesterzi la moneta unica corrente.

Già. Ma cosa fece Roma a quei tempi che potrebbe oggi essere preso a esempio da Bruxelles? Gilles Bransbourg, economista e storico, scrive su "Newsweek" che la forza del sistema imperiale romano stava nel limitarsi a pochi, essenziali ambiti: la difesa militare e l’applicazione delle leggi, lasciando alle autorità locali piena libertà di occuparsi dei loro affari. Inoltre, la presenza di una moneta unica non costituiva di per sé un vincolo a condizioni finanziarie uguali per tutti, tanto è vero che in certe zone dell’Impero il denaro aveva un costo diverso rispetto ad altre. In questo modo, annota Bransbourg, la moneta romana ha avuto un corso molto lungo, raggiungendo traguardi di longevità che l’euro, da par suo, difficilmente riuscirà a eguagliare.

Il problema sta tutto nella ben diversa visione di Europa che hanno le autorità di oggi rispetto a quelle di due millenni fa. Ma, assicura Bransbourg, allora come oggi tutte le strade portano a Roma. Alluvioni permettendo.

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