Incontro la signora Malinpeggio giusto sulla porta della stanza in cui, all’ospedale, consegnano i referti delle analisi di laboratorio. Si forma una piccola folla, in quel luogo, perché nessuno riesce ad allontanarsi, a tornare alle faccende quotidiane senza prima aprire la busta per dare un’occhiata a emoglobina e leucociti.
Neppure io sfuggo alla routine e la signora accoglie questa mia manifesta debolezza con un sorriso di scherno.
«Fatto gli esami?» chiede.
«Già».
«Qualche problema?»
«Solo un controllo».
«Tutto a posto?»
«Così pare».
«Glicemia?»
«Splendida».
«Trigliceridi?»
«Nella norma».
«Colesterolo totale?»
«Bene, grazie».
«Ldl?»
«Al guinzaglio».
«Hdl?»
«Decente».
«Mmmm. Acido urico?»
«Un po’ altino. Ma non preoccupante».
«Ah! E il sodio?»
«Buono».
«Potassio?»
«Alla grande».
«Trombociti?»
«Soddisfacenti».
«Azotemia?»
«Come nuova».
«Transaminasi?»
«Ottimale».
«Pare che vada tutto bene...»
«Proprio così» confermo soddisfatto.
Lei scuote la testa. «Sa che cosa sento sempre dire ai funerali? “E pensare che aveva appena fatto le analisi...”»
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