Ci lamenteremo pure per il caldo (esaurito il filone classico - Caronte, Minosse, Scipione - chi avremo? Palanca, Frustalupi, Isabella Biagini?), saremo anche costretti a provarci tutti i giorni lo spread infilando un Btp sotto l’ascella (dove pensavate?) ma, tutto sommato, siamo ancora vivi e, in più di un caso, vegeti.
Nonostante la caldazza l’estate ci fa bene. Annuso il profumo di costine nell’etere e afferro la voce del vicino descrivere pomeriggi in piscina. Concludo: ci dev’essere qualcosa di buono dietro questa esplosione di accaldata vitalità.
Il social network Facebook è diventato un collage formidabile: dagli amici arrivano le foto delle vacanze e, pare incredibile, in ognuna il mare ha un colore diverso. Non escludo c’entrino gli idrocarburi, ma la Natura deve averci messo del suo. C’è comunque in Rete un curioso fervore. Vengono segnalati concerti disseminati per ogni dove: ville, piazze, spiagge e perfino pizzerie. Vedo immagini di monumentali sassofonisti, eterei chitarristi, distorti metallari e pallidi pianisti. Si potrebbe mettere insieme un’orchestra parecchio interessante.
Ci sono amiche che si fotografano le scarpe, altri che immortalano la colazione, altri ancora che aggiungono un pensiero di Schopenhauer e l’annuncio del trasferimento di Ferronetti al Torino. Alcuni propongono animali domestici all’ammirazione di tutti e non manca chi cerca istruzioni su come assassinare una zanzara.
Potrà sembrare un dialogo tra sordi: a me dà l’idea di un allegro manicomio. Pieno di pazzi, ma quelli delle barzellette: buffi e improbabili. L’insieme ricorda un dialogo di Campanile: «Ed ora andiamo a far colazione?» «No, ma posdomani arriva il cognato di vostro figlio». Se la crisi ci condurrà alla fine, l’ultimo post sarà una foto di Gerónimo Barbadillo accompagnata da una citazione di Karl Popper. O viceversa, anche meglio.
Nonostante la caldazza l’estate ci fa bene. Annuso il profumo di costine nell’etere e afferro la voce del vicino descrivere pomeriggi in piscina. Concludo: ci dev’essere qualcosa di buono dietro questa esplosione di accaldata vitalità.
Il social network Facebook è diventato un collage formidabile: dagli amici arrivano le foto delle vacanze e, pare incredibile, in ognuna il mare ha un colore diverso. Non escludo c’entrino gli idrocarburi, ma la Natura deve averci messo del suo. C’è comunque in Rete un curioso fervore. Vengono segnalati concerti disseminati per ogni dove: ville, piazze, spiagge e perfino pizzerie. Vedo immagini di monumentali sassofonisti, eterei chitarristi, distorti metallari e pallidi pianisti. Si potrebbe mettere insieme un’orchestra parecchio interessante.
Ci sono amiche che si fotografano le scarpe, altri che immortalano la colazione, altri ancora che aggiungono un pensiero di Schopenhauer e l’annuncio del trasferimento di Ferronetti al Torino. Alcuni propongono animali domestici all’ammirazione di tutti e non manca chi cerca istruzioni su come assassinare una zanzara.
Potrà sembrare un dialogo tra sordi: a me dà l’idea di un allegro manicomio. Pieno di pazzi, ma quelli delle barzellette: buffi e improbabili. L’insieme ricorda un dialogo di Campanile: «Ed ora andiamo a far colazione?» «No, ma posdomani arriva il cognato di vostro figlio». Se la crisi ci condurrà alla fine, l’ultimo post sarà una foto di Gerónimo Barbadillo accompagnata da una citazione di Karl Popper. O viceversa, anche meglio.
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