Anche peggio

L’altro ieri l’agenzia Ansa ha "battuto" una notizia (si usa ancora il verbo "battere" per l’agenzia Ansa: evoca i tempi in cui l’informazione fisicamente "batteva" lettere una ad una sulla carta con l’inchiostro; oggi, a pensarci, il verbo si adatta ancora bene al mondo dei media ma in un senso del tutto diverso), insomma dicevo che quando giovedì l’Ansa ha diffuso una certa notizia non ho potuto impedirmi un balzo sulla sedia:

«LONDRA - La regina Elisabetta II e il principe Filippo saranno in visita ufficiale a Roma i prossimi 6 e 7 marzo. Lo indica la Bbc citando un comunicato di Buckingham Palace. La notizia compare anche nella homepage del sito dell'ambasciata britannica a Roma».

La prima cosa che ho pensato è questa: ha un bel coraggio la regina Elisabetta a venire in Italia a marzo. Certo, marzo è un mese dignitosissimo. A Roma il clima sarà già piacevole, di sicuro molto meglio che nell’uggiosa Londra, e la sovrana potrà senz’altro apprezzarlo. Il coraggio di cui sopra non ha però nulla a che vedere con il clima, quantomeno non con quello atmosferico.

Il fatto è che, fatti due conti, la buona sovrana a 87 anni si troverà paracadutata in un’Italia fresca di nuove elezioni. Ora, da quando ella è montianamente salita al trono d’Inghilterra, nel 1952, di Paesi ne ha visitati parecchi, alcuni anche bizzarri, culturalmente lontani dalla compassata socialità britannica. Ma, a essere sincero, non credo ci sia nulla che possa prepararla all’incontro con la nuova classe politica che, in Italia, si profila all’orizzonte e già immagino il suo sguardo perplesso quando si vedrà circondata da moralizzatori indemoniati, marioli con il passaporto parlamentare rinnovato, analfabeti con l’immunità e qualunquisti dall’indignazione sempre in canna.

Ma, ora che ci penso, non dovrà necessariamente andare così. Nessuno può immaginare con precisione l’esito delle elezioni. Magari la regina arriverà in Italia e troverà una classe politica niente affatto rinnovata e, anzi, confermata in blocco. E sarà anche peggio.

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