Angolini

Angolini

E’ scontato che, d’estate, non ci si possa aspettare molto dai palinsesti televisivi. Luglio e agosto sono i mesi di "Angelica", delle repliche e dei quiz più sciocchi animati da presentatori a rischio di ebetismo. Tutto il contrario dei mesi invernali nei quali i palinsesti fioriscono e offrono ben altro: "Angelica", repliche, sciocchi quiz con presentatori effettivamente ebeti.

Estate e inverno sono entrambe stagioni buone per quelle trasmissioni che promettono di andare alla scoperta dell’«Italia segreta». Uno di questi programmi, proposto da Raiuno, si chiama "L’Italia che non sai" e, come se fosse nulla, annuncia l’intenzione di scovare e portare in tv «angolini dimenticati e interessanti» della Penisola. Tutto ciò, naturalmente, andrebbe impedito per legge perché, come è ovvio, se un «angolino» d’Italia è miracolosamente riuscito a rimanere «dimenticato e interessante» andrebbe protetto dall’Esercito e non esposto alle incursioni di ciarliere troupe televisive.

Questo, in realtà, è il vero dilemma italiano: che fare degli angolini dimenticati? Se li si dimentica per davvero, finisce che deperiscono, fanno la muffa, vanno a pezzi, ci fanno un parcheggio, ci muoiono le lucciole. Se li togliamo dall’oblio. parlandone in tv e scrivendone nei giornali, ecco che ci fa un concerto Laura Pausini e allora un parcheggio comincia a sembrare un’alternativa interessante e, comunque, per le lucciole il destino è sempre quello.

Purtroppo chi ha inventato il concetto di "angolo dimenticato", così come di "pittoresco" e di "caratteristico", ha condannato la naturalezza alla fissità dello stereotipo e la spontaneità culturale a una forzata e innaturale ripetizione. Un vero delitto. Per questo, al prossimo che vi dice «conosco un angolino segreto», potreste rispondere: «Se è vero e me lo dice, la prendo a sberle».

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