Diciamolo chiaramente: a volte non è questione di uomini. Se le cose non vanno, ci sono ragioni profonde che non possono essere rimosse con un semplice giro di poltrone.
Facciamo un esempio concreto. In seguito a un "rimpastino", il governo ha spostato Giancarlo Galan dal ministero per l’Agricoltura a quello dei Beni culturali installando, nel posto rimasto libero, Saverio Romano. Di scena, esce dunque il contestato Sandro Bondi. Ora, con tutto il rispetto per Galan, non credo che la sua presenza al ministero per i Beni culturali potrà fare molta differenza. Il problema dei Beni culturali non è il ministro: il problema sta nei Beni stessi. Non capisco come questa mia considerazione non sia condivisa più largamente. A me pare evidente che, in Italia, abbiamo Beni culturali troppo vecchi. Alcuni hanno addirittura qualche migliaio di anni. Aggirandosi per i musei, non ci si imbatte che in anticaglie. Come definire altrimenti quei vasi spezzati, quelle statue monche, quei monili ossidati? Nelle chiese - e sia detto con tutto il rispetto - ci si ritrova faccia a faccia con tele vetuste, figurativi antiquati, arazzi e dipinti che denunciano tecniche e materiali ormai sorpassati.
Diciamolo con chiarezza: lo svecchiamento del patrimonio artistico dovrebbe essere la priorità dell’esecutivo. Non possiamo continuare ad attaccarci ai soliti Michelangelo e Raffaello. Sarebbe come far giocare la nazionale con Mazzola e Rivera a centrocampo. Non per niente, oggi, abbiamo Cassano e Balotelli.
Facciamo un esempio concreto. In seguito a un "rimpastino", il governo ha spostato Giancarlo Galan dal ministero per l’Agricoltura a quello dei Beni culturali installando, nel posto rimasto libero, Saverio Romano. Di scena, esce dunque il contestato Sandro Bondi. Ora, con tutto il rispetto per Galan, non credo che la sua presenza al ministero per i Beni culturali potrà fare molta differenza. Il problema dei Beni culturali non è il ministro: il problema sta nei Beni stessi. Non capisco come questa mia considerazione non sia condivisa più largamente. A me pare evidente che, in Italia, abbiamo Beni culturali troppo vecchi. Alcuni hanno addirittura qualche migliaio di anni. Aggirandosi per i musei, non ci si imbatte che in anticaglie. Come definire altrimenti quei vasi spezzati, quelle statue monche, quei monili ossidati? Nelle chiese - e sia detto con tutto il rispetto - ci si ritrova faccia a faccia con tele vetuste, figurativi antiquati, arazzi e dipinti che denunciano tecniche e materiali ormai sorpassati.
Diciamolo con chiarezza: lo svecchiamento del patrimonio artistico dovrebbe essere la priorità dell’esecutivo. Non possiamo continuare ad attaccarci ai soliti Michelangelo e Raffaello. Sarebbe come far giocare la nazionale con Mazzola e Rivera a centrocampo. Non per niente, oggi, abbiamo Cassano e Balotelli.
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