Il video, pubblicato dal Washington Post, in cui Donald Trump esalta le possibilità di coercizione sessuale a disposizione dei “vip” di sesso maschile, avrà forse un peso decisivo sulle elezioni presidenziali americane.
Le parole di Trump, in una versione o in un’altra, le abbiamo sentite tutti, se solo ci è capitato di frequentare le arene per il combattimento dei galli e se ogni anno abbiamo badato con scrupolo a rinnovare l’abbonamento a pubblicazioni come “Lando” e “Tromba”. La visione del filmato è comunque utile, al di là dell’interesse per la situazione politica americana: esso, infatti, mette in scena tre archetipi della grande saga umana.
Trump è naturalmente il Gradasso, convinto che esagerare la sessualità amplifichi l’indole; l’interlocutore - Billy Bush, un presentatore tv di cui fino a sabato ignoravamo felicemente l’esistenza - è il Leccapiedi, l’ometto che campa sulle briciole cadute dalla tavola del potente, e dunque pronto a ridere sguaiatamente alle battute del Gradasso e ad accogliere festoso ogni sua allusione sessuale. Infine, l’attrice Arianne Zucker è la Donna. Due volte vittima: prima perché bersaglio ignaro delle volgarità del Gradasso, poi perché, incontrandolo, non riesce a sopprimere del tutto l’imprinting culturale a flirtare con lui.
Shakespeare o Cervantes eleverebbero questa materia fangosa al rango di un classico. Noi, più modestamente, proponiamo un referendum (tanto va di moda): «Ritenete voi che l’umanità abbia margini di vero progresso, ovvero possa riformare il rapporto tra i sessi scartando i Trump per coltivare soggetti più rispettosi ed equilibrati, oppure le sarà possibile soltanto aspirare a una qualche correttezza formale, perlopiù ipocrita, così che l’istinto predatorio, di sopraffazione, pur cambiando nelle apparenze, rimarrà per sempre inciso nel suo Dna?»
Spero si possa andare presto al voto: attenderei il risultato prima di presentare domanda di asilo su Plutone.
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