Asparagi e Rom

Asparagi e Rom

A chi pensa che, espellendo i Rom, si risolvano tutti i problemi, dedico questa notizia, diffusa giovedì dall’agenzia Ansa: «In Germania il 59% della popolazione parla alla propria auto».
Naturalmente, non è facile cogliere una connessione tra la questione dei Rom e le conversazioni che i tedeschi intrattengono con gli autoveicoli: bisogna entrare nella mia testa e, vi assicuro, non si tratta di un posto comodo.
L’idea sarebbe questa: per quanto estranei, allarmanti, esotici e perfino criminali possano apparire - e forse essere - le abitudini dei Rom, la notizia dell’Ansa svela che anche altre popolazioni si concedono a comportamenti inquietanti e se qui ci mettiamo a far traslocare tutti i balenghi, finisce che facciamo dell’Europa uno spiazzo vuoto, buono al massimo per un parcheggio (nel quale, è ovvio, i tedeschi cercheranno di intrufolarsi, giusto per far due chiacchiere con una berlina quattro porte).
Ma, naturalmente, discorsi come questi non si possono fare perché, così come Achille Campanile a suo tempo accertò che nulla in comune c’è tra gli asparagi e l’immortalità dell’anima, noi dobbiamo senz’altro riconoscere che tra i Rom e le conversazioni automobilistiche dei tedeschi non esiste alcun collegamento. Come dite? Allora perché discuterne? O bella! Vi ho appena detto che il 56% dei tedeschi parla con le auto e voi venite a far questioni di logica proprio a me?

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