Assaggiatori

Assaggiatori

L’ultimo di cui abbia memoria è stato, appena qualche giorno fa, il ministro degli Esteri Franco Frattini dispostosi a favore di telecamera nell’atto di ingurgitare un consistente boccone di sushi. Accade sempre così, quando scatta un’emergenza alimentare: ai ministri tocca di far vedere, con l’esempio, che le rassicurazioni di prammatica  - «da noi non può succedere», «carne/pesce/frutta/verdura italiani sono sicuri» - non sono, appunto, tali ma rispondono a verità.
Mi piace molto questo rito - a ben vedere insensato e ingenuamente propagandistico - per la sua aura un poco medievale che vorrebbe trasformare i ministri in assaggiatori di Corte per una volta al servizio del popolo. Ma mi piace soprattutto perché stimola l’immaginazione e concepisce un’idea affatto balzana: trasformare i ministri in "assaggiatori" ufficiali della Repubblica. Occorre, beninteso, conferire al termine "assaggiare" un significato esteso: non si tratterebbe, qui, di "assaggiare" soltanto cibi e bevande, ma anche macchinari, strutture, impianti, solette, ponti, balconi, collegamenti elettrici e idraulici, sovrappassi, ascensori, funivie, treni a cremagliera, ponteggi, mongolfiere, scale di corda, antenne, velivoli sperimentali. Sembrerà una sciocchezza ma svegliarsi al mattino, aprire la finestra e gridare: «Venga giù, Tremonti: dopo una nottataccia così il parafulmine funziona di sicuro» sarebbe una soddisfazione, no?

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