«Il Paese è un inferno vivente in cui i diritti più elementari sono violati senza alcuno scrupolo». Riuscite a immaginare di quale Paese si parli? Tranquilli: non è l’Italia. Nonostante la nostra radicata convinzione di essere al centro del mondo, non è che all’estero si parli poi così spesso di noi. No, il Paese in cui «i diritti più elementari» vengono violati, l’«inferno vivente» sulla Terra, sono gli Stati Uniti. A denunciarne gli abusi e la profonda ingiustizia sociale è una Nazione faro in fatto di democrazia e progresso: la Corea del Nord.
Potete pure riderci sopra, ma la notizia è vera. La frase di cui sopra è tratta da un lungo “rapporto” pubblicato dall’agenzia di stampa statale (nonché unica agenzia di stampa) della Corea del Nord, la Kcna. Il rapporto dedica pagine e pagine a sottolineare come negli Usa il razzismo sia ancora un problema scottante, come la «disoccupazione colpisca 300mila persone alla settimana senza che nulla o poco venga fatto per contrastarla», come negli ultimi anni, «con il pretesto della sicurezza nazionale», i controlli del governo sui cittadini si siano moltiplicati e come il numero di prigionieri nelle carceri nazionali sia «il più alto nel mondo». Ciò che rende straordinaria la lettura del rapporto diffuso dall’agenzia nordcoreana è che, a parte alcune impacciate espressioni tratte da qualche polveroso testo del materialismo storico, le osservazioni che contiene sono tutte vere. L’America “controlla” parecchio i suoi cittadini, con mezzi elettronici e no: vero. La disoccupazione, benché di recente in diminuzione, è un problema di molti: vero. Le prigioni ospitano oltre due milioni (!) di persone: vero anche questo.
Ciò detto e riconosciuto, il fatto che la Kcna ci dica alcuni fatti veri circa gli Stati Uniti significa che, a paragone, il modello politico e sociale nordoreano sia migliore? In tutta onestà direi di no. Significa invece che, per quanto la verità sia sempre cosa apprezzabile, bisogna comunque fare attenzione a chi la dice.
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