Attenti allo Yeti

Il sabato che precede l’apertura dei seggi è, secondo tradizione, immerso nel silenzio. La propaganda tace per dar modo all’elettore di scegliere in pace che cosa è meglio fare: trascorrere la domenica ronfando sul divano o uscire per una rinvigorente passeggiata nel bosco?

Scherzo, naturalmente: la scelta da prendere nel silenzio e nella riflessione è quella sul voto. Rispettoso, come sempre, delle tradizioni, anch’io osserverò il silenzio elettorale, rinunciando a parlare di candidati e di programmi, di promesse e di alleanze. Se è opportuno trattenersi dal parlare degli "eleggendi", non è però vietato parlare di elettori e lo farò esprimendo una certa preoccupazione.

Tra coloro che esprimeranno il loro voto ci saranno infatti anche gli spettatori della serie tv "Mistero", in onda su Mediaset. Una trasmissione in più o in meno sull’occulto non può fare molta differenza. A preoccuparmi è una rubrica particolare, all’interno del programma, in cui un sedicente "esperto" esamina filmati raccolti sulla Rete o mandati dai telespettatori e giudica se, nelle immagini, sono registrati fenomeni paranormali "genuini" o fasulli. «Ecco il video mandatoci dalla signora Maria di Codogno», dice l’esperto: «La signora sostiene di aver incontrato, nel tabaccaio dove ogni giorno acquista un Gratta & Vinci, l’Abominevole Uomo delle Nevi, detto anche Yeti». A questo punto il filmato viene visto e rivisto finché l’esperto sentenzia: «La luce riflessa dagli occhiali di questo testimone rivela un’increspatura sul collo dello Yeti che non ci sembra naturale. Per noi è un falso». Come ovvio, la risposta giusta sarebbe: «Signora Maria, a Codogno non c’è lo Yeti. Non c’è neanche sull’Himalaya. Quello che ha visto era suo marito con la barba di tre giorni. Si curi».

Ma le cose non vanno così e i telespettatori, guardando "Mistero", giustificano l’esistenza dell’"esperto". Il mio timore è che, una volta nella cabina, finiranno per vedere qualche Yeti, uno di quelli fatti circolare ad arte, in questi giorni, dai partiti.

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