giornali e siti riferiscono che, interrotto durante un comizio a Livorno da un lancio di «pomodori, mele e uova», il segretario della Lega Nord Matteo Salvini si sia rivolto ai contestatori chiamandoli «sfigati». Dichiaro subito che non intendo difendere i lanciatori di alimentari né criticare Salvini per le sue politiche: ho le mie ragioni per diffidare di entrambi, ma questo non interessa a nessuno. Più utile - e opportuno - da parte mia è dedicare attenzione all’appellativo - epiteto? - usato dal segretario leghista.
Che cosa significa, in realtà, “sfigato”? Sto per inoltrarmi lungo un sentiero pericoloso e accidentato: dietro una svolta potrei imbattermi nella volgarità, in fondo a uno scosceso potrebbe aspettarmi il ridicolo. Eppure, se ci si pensa, l’aggettivo, nella sua giovanile baldanza, non disgiunta da una trasparente rozzezza che ne denuncia l’origine modesta, tra i bagni della scuola media e la camerata di fanteria, è davvero strano e intrigante. Si potrebbe dire che, emergendo dalle pagine di “Lando” - un fumettastro erotico degli anni Settanta, ispirato allo stereotipo del maschio siciliano imposto al cinema da Lando Buzzanca - il termine finisca per addentrarsi nella letteratura darwinista, fino a raggiungere il testo fondamentale: “L’origine delle specie”.
“Sfigato” è infatti colui che, in modo figurato ma anche concreto, non è in grado di entrare, per così dire, nell’orbita dell’organo sessuale femminile: oltre a perderci in prestigio agli occhi degli appartenenti al suo stesso sesso, mancherebbe dell’impeto necessario per contribuire alla riproduzione della specie diventando così inviso, oltre che al suo circolo sociale, anche al grande motore evoluzionistico che sostiene nei secoli la Natura.
No so se Salvini abbia voluto alludere a tutto ciò: penso che si sia preoccupato soltanto di trovare un termine facilmente comprensibile da applicare ai suoi contestatori. Dubito però che, badando ai suoi interessi nel bailamme generale di Livorno, Madre Natura avrebbe saputo, o voluto, star lì a far distinzioni tra sfigati e no.
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