Banchi digitali

Banchi digitali

Agli studenti che hanno manifestato ieri e nei giorni precedenti contro i tagli alla scuola, vorrei indirizzare questo messaggio: spiacente, ma avete manifestato invano. Non perché i tagli verranno necessariamente portati a compimento con gravi conseguenze sulla vostra educazione, non perché è impossibile considerare anche una remota ipotesi che il governo ci ripensi e tagli invece, chessò, i buoni pasto di Cicchitto, ma perché a rischio, in realtà, non sono i tagli ma la scuola stessa, minacciata, come si suole dire, dalla rivoluzione digitale.

Lo dico con un certo compiacimento, devo ammetterlo. D'altra parte, non si capisce perché soltanto i libri e i giornali (due cose che ho amato molto) debbano finire trasformati a uso dei computer e della Rete; anche la scuola, quella fatta di cancellini, campanelle, banchi e bidelli (cosa che amo più ora nel ricordo rispetto a quando ci andavo ogni mattina), potrebbe sparire nel giro di poco.

Come sempre, in queste cose, le avvisaglie si colgono in qualche progetto d'avanguardia, in qualche iniziativa che, a prima vista, sembra possa interessare soltanto un'élite. Sta di fatto che, élite o no, il progetto “edX” è lì bello da vedere, online come non mai. In esso si riuniscono prestigiose università come Harvard, Berkeley e Massachusetts Institute of Technology per proporre corsi di alto livello da svolgersi esclusivamente in Rete: una specie di Scuola Radio Elettra per capoccioni spaziosi e profondi. Lo slogan di edX è eloquente: “Il futuro dell'educazione online. Per chiunque, ovunque, in ogni momento”. Difficile che prevalga, in questo, la parificata “Giosué Carducci” di Poggibonsi.

Anziché pigliarsela coi ministri nelle piazze, gli studenti dovranno, di questo passo, manifestare online contro invisibili educatori per i quali il concetto di “taglio” equivale a quello di spegnere un computer. Si consolino: almeno bigiare sarà più facile di quanto non lo sia oggi. Un “clic” e ti saluto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA