Blu

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È quando passa l’auto blu che, più di ogni altro momento, il cittadino si indigna. Quelle berline dai vetri oscurati simboleggiano, scivolando arroganti nel traffico solo per loro sospeso, tutta la distanza, l’incomprensione perfino, tra un mondo che si arrabatta - il "nostro" - e un altro che se ne sbatte - il "loro". Adesso poi che l’automobilista lascia il distributore sanguinando per la ferita attraverso la quale gli è stato appena asportato un organo vitale, necessario a barattare il corrispettivo di un pieno, l’auto blu, con il suo carburante donato dalla collettività, è diventata un’immagine quasi intollerabile.

C’è da dire che, forse, il nuovo governo ha compreso quanto questo privilegio motoristico dia sui nervi alla gente. Di ieri, infatti, la notizia che «nel quadro della riduzione di spesa della pubblica amministrazione, il Dipartimento della funzione pubblica ha avviato un censimento permanente sulle auto di servizio». L’obiettivo è quello «di disporre di un quadro costantemente aggiornato della situazione».

Ecco una cosa che inquieta: l’ammissione implicita che lo Stato neppure sa quante siano esattamente le auto blu, tanto è vero che gli è necessario avviare un «censimento» delle medesime. Ci vorranno centinaia, migliaia di telefonate a Regioni, Province, Comuni, Enti vari. Già ci sembra di sentirli. «Scusate, quante auto blu avete da quelle parti?» «Dipende: che cosa intende per blu?»

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