Riferisce l’agenzia Ansa che a Lucca Sicula, in provincia di Agrigento, un pensionato è morto d’infarto «davanti agli operai del gestore idrico che si erano appena presentati nella sua abitazione per effettuare il distacco del contatore dell’acqua».
« I familiari - aggiunge l’Ansa - hanno presentato un esposto alla Procura di Sciacca per accertare eventuali responsabilità. Il pensionato si sarebbe sentito male durante la visita nella sua abitazione di alcuni operai della società Girgenti acque: sarebbe stato un utente moroso, e dunque non in regola col pagamento di alcune bollette arretrate».
Come sempre in questi casi, bisognerebbe sospendere il giudizio sulla vicenda specifica: non conosciamo lo stato di salute del pensionato né la gravità della sua situazione debitoria e, soprattutto, non sappiamo quanto in effetti invasivo e aggressivo sia stato l’atteggiamento degli emissari idrici. L’episodio può però servirci da spunto per parlare della crescente diffidenza, per non dire avversione, che separa utenti ed erogatori, cittadini ed enti, beneficiari dei servizi e prestatori dei servizi medesimi.
A dispetto della soavità degli spot pubblicitari - che sempre raffigurano utenti ed addetti ai lavori come amici inseparabili, fratelli quasi,o addirittura amanti, tanto è vero che verrebbe la voglia di chiamare Ignazio Marino e sposare il primo lettore di contatori disponibile - la realtà è fatta di una rete intessuta di leggi, regolamenti, clausole, condizioni capestro, more e minacce legali.
Siamo noi utenti così inaffidabili - morosi, infedeli, furbi e scrocconi - da aver costretto gli enti a tutelarsi in modo perfino ossessivo, o sono loro, gli erogatori, a essere avidi e malfidenti, azzeccagarbugli eletti a società per azioni, intrappolatori professionali e sanguisughe istituzionali? Non lo so, ma non mi stupirei di trovare, nella prossima bolletta, un bossolo o una croce tracciata col sangue.
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