Bombe & Co.

Bombe & Co.

La notizia che c’è ancora incertezza se assegnare alla Nato oppure alla Francia l’effettivo comando delle operazioni anti-Gheddafi è stata commentata, in Europa e nel mondo, con incomprensibile sussiego. Addirittura, qualcuno ha parlato di «disorganizzazione», di «fallimento della politica» e del «rinverdirsi di antiche divisioni continentali». Allibisco: com’è possibile tanta ottusità? Il fatto che ci siamo più opzioni rappresenta un trionfo del libero mercato, nonché un sano sconfinamento della concorrenza in un settore molto statalizzato come quello bellico.
Invece di indignarci, dovremmo incoraggiare ulteriori imprese guerresche e cercare di favorire inedite alleanze. Se volete, potremmo chiamarle partnership, joint-venture, società per esplosioni: come vi pare, purché sia rispettato il principio della libera iniziativa. Se Francia e Gran Bretagna propongono un loro martellamento aereo e se l’Italia, con la Nato, risponde con una proposta alternativa di annichilimento aeronautico, che male c’è? Questo dovrebbe essere di sprone ad altri: perché, per esempio, Turchia e Grecia non si alleano sotto lo slogan «le bombe del Bosforo son meglio del fosforo»? Da parte loro, Danimarca e Malta potrebbero candidarsi sull’onda di un allegro spot: «Dalle Faroe a la Valletta, chi vi nega una bombetta?»
Come dite? Che la povera Libia vedrebbe moltiplicarsi il peso di raid e devastazioni? È la legge del mercato, bellezze: qualcuno alla fine la fregatura deve pur prenderla. Il resto dell’Africa lo sa già da un pezzo.

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