Bon voyage!

Bon voyage!

In qualità di nato negli anni Sessanta, appartengo all'umanità cresciuta con una grande fiducia nell'industria ancor prima che nella scienza. La differenza tra le due cose sta nella percezione che se ne aveva: la scienza era praticata da gente in camice bianco che si applicava a esperimenti incomprensibili; l'industria, al contrario, dalle conoscenze traeva oggetti di evidente utilità e comprensione.
E' sconvolgente (ma anche salutare) apprendere che non sempre è stato così: l'industria ci ha spesso consegnato prodotti largamente imperfetti. Lo si deduce dalla lista delle “dieci auto più insicure di tutti i tempi” che qualcuno si è preso la briga di stilare.
Due esempi soltanto. Dal 1971 al 1980 la Ford produsse il modello “Pinto” il quale presentava un banale difettuccio: esplodeva. Questo, a causa della collocazione del serbatoio: bastava un semplice tamponamento nel traffico perché il veicolo saltasse per aria. Brutta fine, per gli occupanti del veicolo. Il guidatore, almeno, poteva rallegrarsi con il fatto di essere scampato, anni prima, ai pericoli della Chevrolet Corvair, prodotta tra il 1960-1963. Questa vettura, infatti, aveva la tendenza a impalare il conducente con il piantone dello sterzo. Gli altri occupanti, invece, li faceva fuori attraverso i fumi tossici che filtravano nell'abitacolo.
Tranquilli, però: la ragione ci dice che, oggi, l'industria non commetterebbe più errori tanto grossolani. La ragione o la speranza? In ogni caso: bon voyage!

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