Borbone a chi?

Spulciare le agenzie può rivelarsi un’abitudine salutare. Intendiamoci: il quotidiano mosaico costruito da chi, per mestiere, fornisce ai media brandelli di informazioni compone, nell’insieme, un ritratto del mondo ben poco somigliante.Ma trovare la realtà, quando non la verità, è possibile: bisogna scegliere un dettaglio e osservarlo per bene.

Ecco una notizia diffusa due giorni fa dall’agenzia Ansa: «ROMA, 04 SET - Gli edifici antisimici costruiti dai Borbone hanno una straordinaria capacità di resistere ai terremoti e la tecnica edilizia usata circa 200 anni fa potrebbe essere applicata agli edifici moderni. Lo dimostra il test antisismico condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche su una parete del palazzo del Vescovo di Mileto (Vibo Valentia), ricostruita in laboratorio. (...) È poco noto, sottolinea il Cnr, ma dopo questo terremoto i Borbone adottarono il primo regolamento antisismico d’Europa, circa 200 anni prima delle nostre norme sulla sicurezza degli edifici».

Come sappiamo, l’aggettivo “borbonico” ricorre piuttosto spesso, se non tra la gente sicuramente nei mezzi di informazione. Tale frequenza la si deve al fatto che “borbonico” indica tutto ciò che, a livello amministrativo, è antiquato, appesantito da una burocrazia cieca e ingiusta, inefficiente e antieconomico: le occasioni per farvi ricorso dunque non mancano.

Scopriamo oggi che, almeno in fatto di terremoti, i Borbone non erano affatto borbonici e, potendo commentare i nostri palazzi di carta velina, il cemento annacquato e la speculazione diffusa, avrebbero tutto il diritto di inventare un aggettivo altrettanto infamante e di appiopparcelo.

Purtroppo per loro, non è possibile: il presente sembra avere il diritto di diffamare il passato, almeno fino a quando un frammento di agenzia non riesce a riaffermare, per un momento, la verità. Per un momento, abbiamo detto, perché queste illuminazioni sono effimere. Presto torniamo a blaterare sul passato e, da perfetti idioti quali siamo, perfino a dire la nostra sul futuro.

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