Buffoni

Buffoni

Riporta il dizionario alla voce "buffone": «1) nelle corti medievali e rinascimentali, persona che aveva il compito di rallegrare il signore con lazzi e facezie. 2) chi parla o agisce in modo da suscitare il riso. 3) chi si comporta senza serietà e dignità».
Come si fa con l’argenteria, che attende l’occasione giusta per essere tolta dal cassetto, l’altro ieri la parola "buffone" ha rivisto la luce per essere applicata alla nazionale di calcio.
Internet ne è piena: «Lippi buffone, Cannavaro buffone, buffoni tutti quanti». Se si guarda alla definizione di cui sopra, appare chiaro come il termine sia adatto alla catastrofica prestazione degli azzurri. Sembra addirittura specifico, fatto su misura, inutilizzabile se non per commentare la prova della nazionale. Dove, altrimenti, si incontrerebbero, in Italia, persone disposte «a rallegrare il signore»; dove, in un Paese noto per la sua serietà e il suo rigore, ci si potrebbe imbattere in «chi parla o agisce in modo da suscitare il riso» e dove, infine, si anniderebbero, in questa nazione fondata sulla schiena dritta, individui capaci di comportarsi «senza serietà o dignità»?
No, ci voleva proprio la banda di Lippi per forzarci all’uso di questa parola a noi estranea, lontana da ogni possibile stortura nazionale. Per cui, diamoci sotto: «Lippi buffone, Cannavaro buffone, buffoni tutti quanti». Solo un consiglio: per un miglior risultato, è utile allenarsi davanti allo specchio.

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