«Buon Natale a lei e ai suoi amici preoccupati»

Non potevo mancare, a Natale, di far visita a una cara amica. Qualcuno la ricorderà: la signora Malinpeggio. Sono lieto di annunciare che la signora sta bene. L’età avanza, come per tutti, ma il suo granitico pessimismo non conosce compromessi e diluzioni.

Dopo i saluti e gli auguri di rito, passiamo senza indugi al commento dei fatti d’attualità. Risolta in poche battute la politica italiana - io e la signora ci compiacciamo di mantenere un orizzonte internazionale - la discussione si sposta su un recente annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Ha sentito che cosa ha detto, signora?

«No, mi chiama sempre ma ho bloccato il numero sul telefonino».

A proposito, capita anche a me di non riuscire a prendere la linea con lei...

«Diceva di Trump?»

Ah, sì. Ecco: ha ufficialmente inaugurato la Us Space Force, le forze spaziali americane.

«Forze spaziali?»

Sì: forze militari nello spazio. Aspetti. Le leggo la notizia come riportata dall’Ansa: “Lo spazio è il nuovo dominio mondiale di combattimento in guerra”, ha dichiarato Trump durante la cerimonia della firma del National Defense Authorization Act del 2020 presso la base di Andrews, appena fuori Washington. “Tra le gravi minacce alla nostra sicurezza nazionale, la superiorità americana nello spazio è assolutamente vitale”, ha sottolineato il presidente.

«E la cosa la preoccupa?»

Certo. Non se sembra triste? Quest’anno abbiamo celebrato i cinquant’anni dalla conquista della Luna, un’impresa che allora, pur in piena Guerra fredda, sembrò di buon auspicio: gli uomini, mettendosi al lavoro di concerto, potevano raggiungere qualunque traguardo. Ora, invece, pensiamo allo spazio solo come un nuovo potenziale fronte di battaglia.

«E la cosa la preoccupa?»

Direi! Io avevo dello spazio una concezione ancora molto positiva. Pensi alla Stazione spaziale internazionale: un progetto che vede la cooperazione al massimo livello tecnologico di Stati Uniti, Europa, Russia, Canada e Giappone. Tutte queste nazioni hanno creato, in cielo, una casa comune, nella quale gli astronauti convivono in nome della ricerca. Trump, invece, annuncia che lo spazio è roba sua: un luogo nel quale deve essere imposta una “superiorità”.

«E la cosa la preoccupa?»

Si capisce. Penso sia l’ultima resa, forse quella definitiva: la rinuncia a qualunque progetto, per quanto utopistico, di un’umanità coesa.

«E la cosa la preoccupa?»

Sì, signora: mi preoccupa. Ma perché continua a chiedermelo? Non pensa che ci sia ragione di preoccuparsi?

«Forse sì: una ragione c’è. Ma non quella che dice lei. Mi preoccupa il fatto che le sue preoccupazioni - e probabilmente quelle di tanti altri come lei - abbiano raggiunto lo spazio. Come se non ne coltivaste abbastanza qui sulla Terra. È questo che mi preoccupa e dovrebbe preoccupare anche lei».

Buon Natale, signora Malinpeggio.

«Buon Natale a lei e ai suoi amici preoccupati».

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