Buona notizia

Di questi tempi, l’avrete notato, non capita spesso di imbattersi in buone notizie. Con approssimazione sufficiente, potremmo addirittura dire che non capita mai. Tuttavia, poiché l’essere umano - con l’eccezione della signora Malinpeggio -, non può procedere senza almeno un poco di ottimismo, ci è sempre possibile prendere una notizia qualunque e rigirarla finché non ci mostra il suo lato più positivo.

Prendiamo questa notizia, diffusa giusto ieri: «Pokemon Go, diventato a cavallo dell’estate una vera e propria mania tecnologica, è la parola più cercata dagli italiani su Google nel 2016 seguita dalle Olimpiadi di Rio e dagli Europei di calcio. Scorrendo la lista, si scopre la totale assenza di politica nostrana».

Vediamo ora di estrarre dal testo di cui sopra il massimo dell’ottimismo possibile. Come, si vede gli italiani affidano a Google la soddisfazione degli interessi più “leggeri”. A questo punto, è legittimo domandarsi dove vadano ad abbeverarsi (ovvero a informarsi) sulle questioni più “gravi” (?) come, appunto, la politica. Le risposte possibili sono due: 1) vanno sui social network, 2) guardano la tv e leggono i giornali.

Appare sempre più ovvio che la prima risposta è quella giusta, perché basta un’occhiata ai social per rendersi conto come essi rappresentino la tribuna politica più seguita, quella in cui l’utente, potendo ricevere informazioni così come immetterne, finisce per ricoprire un ruolo “attivo” nella politica stessa, o almeno a illudersi che sia così, quando invece il gioco di specchi del pressapochismo e della malafede è certo più deleterio che utile.

Eppure, possiamo sperare che sia un po’ giusta anche la risposta numero 2 e che, piano piano, esaurita l’orgia della libertà di sparata, qualcuno ritroverà il gusto per un’informazione più ragionata e professionale, più responsabile e civile. Auguriamoci solo che, quando il momento arriverà, i giornalisti si facciano trovare pronti.

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