Ammettiamolo: lo spirito olimpico dura un battito di ciglia. Ancora non si erano chiusi i Giochi di Londra che, sabato, di fronte alla Supercoppa italiana disputata, come ovvio, a Pechino, è ricominciato l'antico prurito nazionale: il fallo c'era, l'arbitro è venduto, ladri, spie, intercettatori, noi alla premiazione non ci veniamo, echissenefrega, tu sei un pezzo di questo e tu sei una testa di quell’altro.
Qualcuno, ancora capita, si è sentito mortificato per questa esibizione di meschineria nazionale trasmessa in mondovisione, ma si tratta di minuscole sacche di resistenza morale alle quali sfugge il quadro più ampio. Questo tipo di gioco, di spettacolo anzi, ha un grande potenziale di esportazione. Avete fatto caso ai cinesi sugli spalti? Si divertivano un mondo. Ma non come il pubblico che assiste a una partita di calcio. Il loro divertimento era piuttosto quello di una platea del wrestling, la pacchiana lotta sul ring un tempo nota come "catch". Chi va a una riunione di wrestling sa bene che non assisterà a incontri regolari - tutto è stato prefissato: vincitori e vinti, buoni e cattivi, provocatori e provocati -, ma si diverte lo stesso: come al circo.
Immaginate di offrire una partita in cui, all'intervallo, Moggi, vestito da Al Capone, entra in campo e prende ostaggio l'arbitro. Il pubblico ride. Ma ecco che arriva Moratti, vestito da tecnico del telefono: «Ho sentito tutto» urla: «Liberalo o ti denuncio a lui». Ed ecco pronto un bel giudice in toga e naso rosso. Il pubblico esulta. A questo punto, irrompe Berlusconi, vestito da Berlusconi, seguito da un codazzo di veline e da un giullare calvo. Sparge denaro a manciate. Il pubblico va in visibilio. Ultimo, appare il Gran Produttore a cavallo di un ciuco: solenne, dà indicazioni a Vanzina perché filmi tutto e ne faccia un cinepanettone. Trionfo finale con la Fifa che, al miglior clown, assegna il Pallone (gonfiato) d'Oro.
Qualcuno, ancora capita, si è sentito mortificato per questa esibizione di meschineria nazionale trasmessa in mondovisione, ma si tratta di minuscole sacche di resistenza morale alle quali sfugge il quadro più ampio. Questo tipo di gioco, di spettacolo anzi, ha un grande potenziale di esportazione. Avete fatto caso ai cinesi sugli spalti? Si divertivano un mondo. Ma non come il pubblico che assiste a una partita di calcio. Il loro divertimento era piuttosto quello di una platea del wrestling, la pacchiana lotta sul ring un tempo nota come "catch". Chi va a una riunione di wrestling sa bene che non assisterà a incontri regolari - tutto è stato prefissato: vincitori e vinti, buoni e cattivi, provocatori e provocati -, ma si diverte lo stesso: come al circo.
Immaginate di offrire una partita in cui, all'intervallo, Moggi, vestito da Al Capone, entra in campo e prende ostaggio l'arbitro. Il pubblico ride. Ma ecco che arriva Moratti, vestito da tecnico del telefono: «Ho sentito tutto» urla: «Liberalo o ti denuncio a lui». Ed ecco pronto un bel giudice in toga e naso rosso. Il pubblico esulta. A questo punto, irrompe Berlusconi, vestito da Berlusconi, seguito da un codazzo di veline e da un giullare calvo. Sparge denaro a manciate. Il pubblico va in visibilio. Ultimo, appare il Gran Produttore a cavallo di un ciuco: solenne, dà indicazioni a Vanzina perché filmi tutto e ne faccia un cinepanettone. Trionfo finale con la Fifa che, al miglior clown, assegna il Pallone (gonfiato) d'Oro.
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