Potremmo pensare che Internet sia quel luogo dove dominano le fotografie dei gattini, dove regna la pornografia e gemmano i commenti aggressivi o anche quel posto dove comanda qualsiasi altra cosa che ci dia l’impressione di essere presente in quantità eccessive (o insufficienti) per i nostri gusti. Niente di tutto questo: Internet è il regno del punto esclamativo.
In nessun testo, neanche nei passaggi più furenti di Céline, se ne incontrano altrettanti. Questo perché l’esclamazione, ovvero l’enfasi, la sottolineatura entusiasta e imperativa, è, in Rete, un obbligo sociale.
C’è chi si pone il problema: «Sarà vero - ho letto l’altro giorno in un commento - che se scrivo “grazie” in un commento e non ci metto il punto esclamativo passo per snob?»
L’annotazione non è peregrina: Internet - e segnatamente i social network - è certamente un’incubatrice dell’entusiasmo. Le attività degli “amici” - una vacanza a Lignano Sabbiadoro, una cena da Gigi lo Zozzone, una nottata in discoteca - sono sempre eventi “fantastici!!!” per i quali i partecipanti meritano senz’altro di venire definiti “grandi!!!” e, non di rado, “mitici!!!!”. Al contrario, politici intrallazzoni, “sinistrorsi” o “sinistri” se visti da destra, “fascisti” e “infami” se visti da sinistra, dovranno sprofondare sotto palizzate fitte di esclamativi indignati: “Vergogna!!!!”, “Ladri!!!”, “Affamatori!!!!!!”
Chi grida lo si distingue dall’uso, curiosamente fastidioso, del tutto maiuscolo: coloro che si affidano all’esclamativo, in cuor loro, non gridano affatto. Nella loro concezione di sintassi, il punto esclamativo è ciò che aggiunge calore, partecipazione umana ed empatia alle frasi. In mancanza del punto esclamativo, la frase cade asciutta, gelida, perfino autistica.
Addirittura, la commossa conclusione del Canto quinto dell’Inferno rivelerebbe Dante per un ghiacciolo, indifferente alla sorte di Paolo e Francesca: «E caddi come corpo morto cade». Brrr. Riproviamo: «E caddi come corpo morto cade! :-(((». Molto meglio!!!!!!!!
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