Caos e disagi

«NAPOLI, 6 AGO - Disagi al momento abbastanza contenuti per lo sciopero di 24 ore, indetto dal sindacato Orsa, che riguarda i trasporti dell’Eav, Ente autonomo Volturno, vale a dire l’ex Circumvesuviana e la Cumana».

Non bastasse l’osservazione sui disagi «contenuti», il titolo di questa agenzia Ansa, lapidario, specifica: «No caos». L’assenza di caos nelle vicende umane dovrebbe sempre rassicurarci ma, prima di congratularci per l’ordine che trionfa, sarebbe meglio chiedersi che cosa intendono, di solito, i mezzi di informazione quando scrivono «No caos».

Dare una risposta non è facile. Innanzitutto prima di definire il «No caos» bisognerebbe definire il «Sì caos» che, nella testa del generico Redattore, dipingerebbe una situazione fuori controllo, poco meno che apocalittica. Necessaria una coreografia di gran fumo e individui laceri che si aggirano con gli occhi sbarrati. Mentalmente, il Redattore non mancherà di aggiungere l’insistente pianto di un bimbo e alte fiamme all’orizzonte. Il «No caos» indica dunque la mancanza di tutto ciò e in virtù di tale mancanza la scena, per il Redattore, perde interesse. Svogliato, si limita a registrare quei «disagi» che nella sua cassettina portatile di lessico pronto all’uso sono sempre «abbastanza contenuti».

Peccato che, nell’ambito ferroviario, i disagi difficilmente possano essere «contenuti». Da pendolare, provata e vista la rabbia per ritardi, scioperi di comodo e disservizi generici, escludo che chiunque possa accontentarsi di una definizione tanto angusta. Mai ho osato avvicinarmi a un pendolare allo sbando su una linea regionale lombarda (quelle che frequento) per chiedergli se l’aggettivo «contenuto» calzasse al suo disagio. Scusate, ma ci tengo alla pelle. Invece, siccome non c’è «caos» i media pensano che i viaggiatori debbano smetterla di fare la lagna e cavarsela da sé.

La morale di tutto questo è che a volte la categoria cui appartengo invece di inseguire improbabili superlativi dovrebbe raccontare con più partecipazione gli affanni della gente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA