Capitalismo liberatorio

Capitalismo liberatorio

Il Wall Street Journal, giornale che qualche giorno fa avevo definito, forse con troppa benevolenza, “serio e prudente”, pubblica ora un singolare commento sulla vicenda dei minatori cileni, vicenda, come saprete, finalmente giunta a felice conclusione. “Il salvataggio dei minatori - scrive l'opinionista Daniel Henninger - rappresenta una straordinaria vittoria del capitalismo”. Come mai? Voi chiedete, Henninger risponde. Non senza aver fatto una premessa: “Sembrerà forse volgare sostenere questa tesi. Anzi, senz'altro è volgare. Ma questi sono tempi volgari e la posta in gioco è alta”. Dunque? “Il punto: i minatori sono stati salvati solo perché alcune compagnie che operano per puro e semplice profitto hanno realizzato le innovazioni tecnologiche necessarie”. Henninger offre gli esempi: la trivella “rivoluzionaria” usata in questa occasione è prodotta da una ditta della Pennsylvania; il cavo d'acciaio necessario a riportare i minatori in superficie è di produzione tedesca, mentre la Samsung ha fornito uno speciale telefono cellulare per garantire i collegamenti con il sottosuolo.
Come si vede, la tesi di Henninger, per quanto “volgare”, è azzeccata: la tecnologia prodotta dal libero mercato capitalista ha davvero salvato quella povera gente. Ciò che non si può aggiungere, perché ancora più “volgare”, è che, a guardar bene, il libero mercato capitalistico era forse in debito con quei minatori, visto che li aveva intrappolati a 700 metri di profondità.

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