Capre

Capre

L’altro giorno, in tv, ho sentito una frase formidabile. Una di quelle frasi da incidere subito nella carta igienica. L’ha pronunciata Flavio Briatore, da qualche tempo in carica, su Sky, dell’edizione italiana di "The Apprentice". Questo reality, nella versione Usa condotto da Donald Trump, affida alcuni giovani aspiranti businessmen a un imprenditore di successo. Che cosa c’entra Briatore? Niente, lo so, ma dovrete farvene una ragione: il paragone italiano per imprenditore di successo è Briatore. E i giovani businessmen? Un serraglio di individui molto probabilmente scartati dal Grande Fratello.

A un certo punto, Briatore, insoddisfatto dai risultati ottenuti dal serraglio, ha proceduto ad alzare la voce. D’altra parte, è la ragione per cui la gente si sintonizza in programmi come questo, ovvero per il gusto sadico di vedere gente maltrattata. Il miglior "maltrattatore" tv, a mio giudizio, è lo chef Gordon Ramsay di "Hell’s Kitchen".

Dovendosi misurare in questa sfida, Briatore se ne è uscito con la meravigliosa frase di cui sopra: «Siete delle capre. E non voglio offendere le capre perché loro fanno il latte e il formaggio». A parte la generale ridicolaggine della metafora, credo che solo Briatore sia a conoscenza di capre che si occupano personalmente di confezionare il formaggio. Forse è per questo che costava tanto l’accesso al suo Billionaire: gli ospiti vip assistevano meravigliati all’esibizione di una capra impegnata a trarre, chessò, una caciotta dal latte che essa stessa aveva secreto.

Ma è facile ironizzare. In realtà, la frase di Briatore, laddove lacunosa in fatto di tecnica casearia, rappresenta al meglio il contesto in cui la versione nostrana di "The Apprentice" e, più in generale, una certa diffusa impostazione del lavoro e degli affari, nasce e si sviluppa: una banda di imbecilli agli ordini di uno che non sa cosa dice.

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