Vero è che, da noi, l’attenzione è concentrata sulle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità nazionale. Vero anche che il Paese ancora trattiene il fiato nell’attesa di sapere se Calderoli parteciperà o meno alle suddette celebrazioni. Vero tutto, insomma, ma forse dovremmo trovare il tempo per accorgerci che, nel resto del mondo, si va celebrando un’altra ricorrenza: i 65 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Oggi, per noi, la Seconda guerra mondiale è soltanto quel confuso avvenimento grazie al quale Pansa vende un sacco di libri ma, in realtà, i confini dell’evento furono un poco più ampi. Basti pensare che, secondo le stime più accreditate, nel conflitto perirono circa 60 milioni di persone. La Seconda guerra mondiale vide l’applicazione con una frequenza fino ad allora neppure concepibile del bombardamento aereo sulle città e, per la prima volta, furono impiegati ordigni nucleari (incursioni su Hiroshima e Nagasaki del 6 e 9 agosto 1945). La composizione dello scenario bellico non sarebbe infine completa senza un accenno all’Olocausto: lo sterminio di 6 milioni di ebrei, nonché di zingari e di omosessuali.
Il Secondo conflitto mondiale, inoltre, è la ragione per cui oggi è ancora diffuso, specie nella cosiddetta civiltà occidentale, un certo sentimento di repulsione per la guerra, sentimento che mai l’umanità aveva condiviso su così larga scala. Tutto questo, con il massimo rispetto per Garibaldi, Cavour e perfino per Calderoli, mi sembra cosa degna di attenta celebrazione.
Oggi, per noi, la Seconda guerra mondiale è soltanto quel confuso avvenimento grazie al quale Pansa vende un sacco di libri ma, in realtà, i confini dell’evento furono un poco più ampi. Basti pensare che, secondo le stime più accreditate, nel conflitto perirono circa 60 milioni di persone. La Seconda guerra mondiale vide l’applicazione con una frequenza fino ad allora neppure concepibile del bombardamento aereo sulle città e, per la prima volta, furono impiegati ordigni nucleari (incursioni su Hiroshima e Nagasaki del 6 e 9 agosto 1945). La composizione dello scenario bellico non sarebbe infine completa senza un accenno all’Olocausto: lo sterminio di 6 milioni di ebrei, nonché di zingari e di omosessuali.
Il Secondo conflitto mondiale, inoltre, è la ragione per cui oggi è ancora diffuso, specie nella cosiddetta civiltà occidentale, un certo sentimento di repulsione per la guerra, sentimento che mai l’umanità aveva condiviso su così larga scala. Tutto questo, con il massimo rispetto per Garibaldi, Cavour e perfino per Calderoli, mi sembra cosa degna di attenta celebrazione.
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