Che noia questo spettatore

Che noia questo spettatore

Appena qualche giorno fa, in questa rubrica, immaginavo la chiacchierata di alcuni telefonini riuniti attorno a un tavolo. Approfittando dell’abbiocco calato sui legittimi proprietari, gli apparecchietti si divertivano a spettegolare un po’ sulle abitudini dei medesimi. Fantascienza, si capisce; o meglio, fantatecnologia.
Ma, come si dice, la realtà supera la fantasia e, visto che tanto va la gatta al lardo, senza dimenticare di dire gatto solo quando ce l’hai nel sacco, proprio ieri un dirigente della Intel ha sostenuto che, in un futuro non troppo lontano, i telefonini saranno in grado di «sentire» il nostro umore. Nel dir ciò, Justin Rattner ha aggiunto che, presto, dovremo considerare gli apparecchi elettronici non più come semplici «strumenti» ma come veri e propri «assistenti» e perfino «compagni». Questo prodigio, ha spiegato, verrà ottenuto attraverso un largo impiego di sensori i quali, piazzati ovunque, saranno in grado di catturare un’infinità di dati che ci riguardano: la nostra posizione in una certa stanza, il battito cardiaco, l’attività cerebrale (per chi se la può permettere) e molto altro ancora. A saper tutto di noi, non solo i telefonini: anche altri apparecchi verranno collegati a questo straordinario Grande Fratello individuale. «Addirittura» ha concluso Rattner, «il nostro televisore sarà in grado di sapere se siamo proprio noi a guardarlo». Questo mi consola: se penso a quanto mi annoio io a guardare la tv, posso solo immaginare quanto si annoierà la tv a guardare me.

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