Chi era?

Chi era?

Chi era? È questo il momento di chiedercelo. Tiranno? Uomo del popolo? Estroverso attore a lungo baciato dal favore del pubblico? O forse l’erede di una stirpe laboriosa e severa, instancabile nel perseguire i suoi obiettivi, durissimo con chi gli prestava collaborazione ma soprattutto spietato con se stesso?
Magari soltanto una maschera, un’ombra cinese, uno spauracchio creato dalle nostre paure, un Mangiafuoco di cartone e, insieme, una figura paterna: l’Uomo Buono pronto ad accoglierci con un sorriso, incapace di rancore anche quando, per un momento, lo abbiamo odiato.
Chi era? Un genio, un ladro, un benefattore, un profittatore? Un uomo prigioniero dei suoi sensi, oppure un gigante della volontà? Un piccolo "io" affamato di amore fino alla bulimia, oppure un immenso spirito, ancora incompreso, inesplorato nei suoi confini più estremi, nella sua visione più folle e astratta? Un grande comunicatore? O piuttosto un libro ancora da scrivere? Un uomo limpido, che a tutti ha mostrato, senza pudore, la sua più intima essenza, o un simulatore, un principe dell’ombra, un perfido illusionista? Un uomo di azione o un filosofo? Un cantante stonato o la voce più profonda della Storia? Un umorista o un guitto? Un incendiario o un purificatore? Chi era, insomma?
A Roma, una mostra cerca di far luce sulla figura di Nerone.

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