Chi lascia l'odio vecchio

Chi lascia l'odio vecchio

Ci sono notizie che alleggeriscono la giornata e rendono scrivere queste noterelle un piacere esilarante. In questo caso, la notizia, riportata da molti quotidiani, riguarda Thomas U. e le sue disavventure come aspirante terrorista islamico.

Thomas, di nazionalità tedesca, non nasce né musulmano né terrorista. All’inizio di questa storia lo troviamo skinhead di pura fede neonazista. Evidentemente, i suoi ideali non sono precisamente moderati e, supponiamo, affiggere manifesti per l’Udc mai avrebbe potuto placare il suo slancio politico, il suo fervore di militante.

Tanto è vero che, a soddisfarlo, non è bastato neanche il nazionalsocialismo. Thomas deve aver realizzato che per godere dei brividi garantiti a un nazista nel pieno dell’azione era in ritardo all’incirca di settant’anni. «Oggigiorno» avrà pensato, «quelli che si divertono davvero sono gli jihadisti». Ha così comunicato la sua decisione alla cara mamma (che, chissà perché, immagino vagamente somigliante a Goering) ed è partito, con moglie al seguito, per il Pakistan, in qualità di affiliato ai Mujahidin talebani tedeschi.

Pochi mesi in Waziristan, ai confini con l’Afghanistan, lo hanno però convinto di aver commesso «un grosso errore», come lui stesso ha pubblicamente dichiarato. Dapprima è sfuggito per miracolo alla morte sotto un bombardamento, poi ha visto i suoi amici massacrati a colpi di mitraglia dagli elicotteri pachistani, infine si è buscato l’epatite A. Come se non bastasse, ci si è messa anche la moglie, la quale, tra i monti pachistani, si lagnava per «l’assenza di supermercati» e «l’impossibilità di usare il telefonino».

Questa per Thomas deve essere stata la classica goccia: pur di lasciare il Waziristan e tornare al suo tranquillo tran tran di nazionalsocialista antisemita, si è sorbito venti mesi di prigione in Turchia e un processo in Germania. Piccoli rovesci che ha affrontato con il sorriso sulle labbra e una lezione nel cuore: chi lascia l’odio vecchio per il nuovo...

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