Chiave cerebrale

A nessun paziente si vorrebbe augurare quanto accaduto a una signora di 54 anni, la cui identità non è stata rivelata, la quale, finita sul tavolo operatorio per motivi neurologici, si è vista trattare dai medici in modo davvero singolare.

I chirurghi si erano finalmente decisi a ispezionare il suo cervello per individuare le cause delle terribili crisi epilettiche che la tormentavano da tutta la vita. Invece, hanno individuato qualcos’altro e, sorpresi, hanno dimenticato l’epilessia per dedicarsi a questa nuova scoperta. In pratica, i medici si sono accorti che stimolando con l’elettricità una piccola porzione dell’encefalo ottenevano di “spegnere” la coscienza della signora. In altre parole, la donna appariva sveglia ma del tutto incapace di rispondere a ogni stimolo. Un’altra applicazione di elettricità e la povera paziente, come se un’interruttore fosse scattato, tornava in pieno possesso di se stessa.

Nel descrivere la scoperta, i chirurghi in questione hanno voluto fare un paragone con il meccanismo di accensione di un’automobile. Secondo loro, nel corso dell’intervento avrebbero individuato proprio la chiave di avviamento del motore cerebrale: una “serratura” ben definita e minuscola, tanto che bastava spostare lo stimolo elettrico di un paio di millimetri perché il sorprendente effetto scomparisse. La conclusione dei medici è che, proprio come accade per le parti che costituiscono un veicolo e gli consentono di spostarsi, la coscienza umana è il frutto di un complesso meccanismo, di una lunga serie di ingranaggi che si muovono all’unisono: il loro controllo, tuttavia, passa solo e soltanto da questa minuscola “porta”, situata nei paraggi di una parte dell’encefalo denominata “claustrum”. Non so a quali altre scoperte, a quali nuove terapie e a quali inedite applicazioni condurrà questo curioso “incidente” chirurgico. Posso dirvi che dopo il blocco d’accensione io attendo fiducioso la scoperta, nel cervello, di una bella ruota di scorta.

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