Cibo lento

Cibo lento

E' straordinario come l'evoluzione dell'uomo sia legata a fattori a difficili da immaginare. Secondo alcuni ricercatori di Tel Aviv, l'uomo è oggi quello che è a causa di un evento particolarissimo: l'estinzione degli elefanti in Medio Oriente, circa 400mila anni fa.

Non è facile immaginare che cosa allora l'uomo facesse delle sue giornate, a parte vedere le repliche di “Angelica” su Rete4. Certamente, parte del suo tempo era impegnato nella ricerca di cibo. Ebbene, secondo gli studiosi la fonte principale di calorie era, per lui, proprio l'elefante. Animale lento e spesso sonnacchioso, costituiva una preda relativamente facile. La sua massa assicurava una riserva di cibo utile a sfamare tante persone. Quattrocento millenni fa, insomma, la gente vedeva gli elefanti come enormi carrelloni della spesa già ricolmi: bastava prenderne uno e mettersi a tavola. L'uomo approfittò di questo sistema al punto che gli elefanti pensarono bene di estinguersi. A quel punto, ci si dovette attrezzare per la caccia di prede più piccole e veloci: una svolta dalla quale discende tutta la storia dell'approvvigionamento e della conservazione del cibo. Dagli elefanti si passò alle gazzelle, dalle gazzelle alle macellazione, dalla macellazione ai prosciutti, dai prosciutti alle gastronomie (“Sono quattro etti e venti. Lascio?”), dalle gastronomie ai supermercati e dal supermercati al fast food.

Oggi, per fortuna, si riparla di “slow food”, ovvero di “cibo lento”. Un tardivo omaggio ai poveri elefanti?

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