Il sole splende sulla signora Malinpeggio, ma lei lo accoglie come il miglior materiale coibentante: senza una smorfia. La signora non ama esternare le sue emozioni. Una volta mi ha detto che le persone sempre pronte a esibire i sentimenti dovrebbero essere tassate per occupazione del suolo pubblico.
È seduta sulla sua solita panchina, immobile, le mani giunte in grembo e gli occhi chiusi. Non sta dormendo - per quanto ne so, non dorme mai - e pertanto non esito a raggiungerla. Prima che possa salutarla, ha aperto gli occhi.
«Buongiorno» mi accoglie. «Eccola in pieno giorno a spasso per strada. Ai miei tempi le avrebbero dato del poco di buono».
«Lei non ha bisogno di tornare ai suoi tempi per darmi del poco di buono. Posso invece indagare sull’oggetto delle sue meditazioni?»
«Quali meditazioni?»
«Non mi dica che semplicemente se ne stava seduta a prendere il sole».
«E perché no? Soltanto voi giovinastri con il vostro botox e il vostro wi-fi vi credete in diritto di godere della vita senza un pensiero per la testa?»
Non mi sembra il caso di chiedere spiegazioni sui riferimenti a botox e wi-fi, e insisto:
«Suvvia signora, non è da lei starsene seduta senza un pensiero per la testa. Mi dica: a che cosa stava pensando?»
«A nulla, glielo ripeto».
«Posso indovinare? Agli arresti per corruzione».
«No».
«Alla legge di stabilità».
«No».
«Non mi venga a raccontare che contemplava il vuoto, il nulla, l’assenza».
«Proprio così».
«Una fuga dal suo pessimismo!»
«Tutt’altro» ha detto la signora: «Un’immersione profonda nella natura negativa del cosmo». E ha sorriso come solo lei sa fare.
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