¡Contagioso!

¡Contagioso!

La vittoria della Spagna nel campionato mondiale di calcio presenta parecchi aspetti positivi, molti di più di quanti avremmo potuto individuarne se avesse vinto l’Olanda. Per noi italiani ce n’è soprattutto uno, indiscutibile: l’aver messo il castigliano nella bocca di tutti. Al momento del fischio finale ci siamo sentiti fiorire tra le labbra l’idioma iberico. È accaduto anche qui, al giornale, mentre, domenica sera, chiudevamo le pagine dedicate all’incontro. Tra redazione e tipografia era tutto un «vamos», un «adelante», un «rápido», un «¡carramba che porquería esto titulo!»
Il fatto è che quella spagnola non solo è una lingua prossima alla nostra: è pure simpatica, piacevole da pronunciare o, per chi ne è a digiuno, semplicemente da scimmiottare. Mi sono divertito anch’io a farlo, nonostante di castigliano conosca solo espressioni di uso comune come «hola» (salve), «hasta luego» (arrivederci), «mañana» (domani) e, naturalmente, «eres la chica más bonita en este bar, aunque eres travestí» (sei la ragazza più bella in questo bar, nonostante tu sia un travestito).
Questa gradevole epidemia di spagnolo ha colto un po’ tutti. Ieri mattina, su Facebook, più di un amico si presentava sbandierando un allegro «buenos días» o un colloquiale «¿qué pasa?» L’idioma di Iniesta e Casillas, insomma, si è confermato piacevolmente contagioso. Tra parentesi: in spagnolo «contagioso» si dice «contagioso». In olandese «aanstekelijk». Capite cosa intendo dire?

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