Cosa più Nostra

L'inchiesta su Mafia Capitale ha portato alla luce l'ennesimo troncone di Italia sgangherata e impresentabile che ormai conosciamo bene e che non può più indignarci. Piuttosto, dovremmo chiederci se, per caso, anche noi – come singoli individui e come membri della collettività – non abbiamo qualche tratto in comune, sia pure alla lontana, con questi girovaghi dell'arraffo. C'era una volta – in Italia ma non solo – un sistema di corruzione che, nelle mani di potenti più o meno occulti, faceva girare fiumi di denaro, garantiva a un certo giro di intrallazzatori guadagni molto consistenti, e infine, come prodotto refluo, anche se non del tutto, lasciava a testimonianza ed eredità di sé la costruzione di qualcosa: un'autostrada, un grattacielo, perfino una città.

Negli Stati Uniti, la città di Las Vegas nacque quasi esclusivamente per interesse della mafia che, perso con Castro il controllo su Cuba, approfittò della mancanza di leggi a regolamentazione dell'azzardo e della prostituzione in Nevada per costruire nel deserto una scintillante e lucrosissima capitale del gioco e del sesso. C'era, nelle intenzioni di Cosa Nostra, la ricerca del guadagno ma anche, se non soprattutto, della grandezza.

Non altrettanto si può dire dei contemporanei criminali italiani, molto più interessati a strappare qui e là fasci di banconote, finanziamenti truffaldini e privilegi squallidi che a “costruire” qualcosa sia pure in territorio fuorilegge. E' più parente, questa avidità, di una comune, diffusa meschineria che di un disegno criminale propriamente detto, con la sua brutalità ma anche con la sua oscura ambizione. Questi personaggi da commedia all'italiana hanno moltiplicato al quadrato, gonfiandole fino al reato penale, rapacità fin troppo comuni: quella per l'ora di straordinario rubacchiata, il buono pasto in più, l'uscita dall'ufficio anticipata, la pratica scaricata sul collega scrupoloso, la maldicenza alla macchinetta del caffè. Un risultato, questa Piovra in tuta e ciabatte, l'ha ottenuto: la Cosa, non possiamo negarlo, è oggi molto più Nostra.

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