Ancora una volta attingo dal notiziario regionale dell'Ansa:
“BARLETTA, 4 MAR - Una discarica abusiva scoperta sotto l'Orto botanico comunale, che è stato sequestrato unitamente a 27 appartamenti, 17 terreni, 7 automobili, 30 conti correnti e quote societarie per un valore complessivo di dieci milioni di euro... Quattro persone sono accusate di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode nelle pubbliche forniture, abuso d'ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, inquinamento ambientale, attività di gestione dei rifiuti non autorizzata e omessa bonifica”.
L'Orto botanico di Barletta è un'aggiunta relativamente recente al patrimonio comunale. Infatti, venne inaugurato meno di due anni fa, nel giugno 2014. In quell'occasione, il presidente della locale Legambiente ebbe a dire: "Finalmente la città potrà conoscere l'Orto botanico che per troppo tempo è rimasto un oggetto misterioso. Ritengo che manifestazioni come queste aiutino i cittadini ad avvicinarsi all'ambiente e ad approfondire tematiche che troppo spesso vengono trascurate".
Ironicamente, aveva ragione. Nel giro di due anni i cittadini di Barletta si sono “avvicinati” a “tematiche” che sembrano costituire il tessuto stesso della politica amministrativa locale: un tappeto di erba e fiori steso sopra una montagna di porcherie.
Lo dico con risentimento perché so bene che fare il sindaco, o l'assessore, è un mestieraccio e gestire una città è affare molto più complicato e rischioso che gestire la politica nazionale. Per questa ragione, gli scandali locali fanno ancora più rabbia. Siamo abituati a considerare la classe dirigente nazionale come formata da avventurieri ambiziosi: si vorrebbe aver più fiducia in quella locale, costituita da individui spesso generosi assediati da polemiche meschine, malignità da pianerottolo e invidie di vicinato. Si scopre che non è il caso. De André la buttò in poesia, dicendo che dal letame spuntano i fiori. Dai rifiuti tossici, a quanto pare, soltanto dirigenti comunali.
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