Cose interessanti

L’impegno a stendere ogni giorno le duemila battute circa che compongono questa rubrica, implica che, a cadenza regolare, io mi ritrovi a percorrere un preciso percorso mentale: la prima tappa è lo smarrimento, la paura che, oggi, non sarò in grado di farcela; la seconda consiste nella ricerca, più fredda, di un’idea; la terza è la consapevolezza - sempre ritrovata come fosse nuova - che per sviluppare un’idea bisogna, prima di tutto, rifornire il cervello con uno stimolo interessante.

La domanda che non bisognerebbe mai farsi riguarda la natura di questo aggettivo: che cosa è “interessante”? Porsi la questione significa precipitare in un circolo vizioso: tutto può essere interessante e tutto non lo è se ci limitiamo a esaminare le cose con la ragione. “Interessante”, piuttosto, è ciò che balza agli occhi senza che noi si possa averne controllo. Il nostro interesse, in altre parole, assomiglia un poco al desiderio sessuale: è in qualche modo prevedibile ma allo stesso tempo gode, ehm, di un certo grado di autonomia.

In cerca di questo prurito che, ogni giorno, mi conduce alla stesura della rubrica, passo in rassegna mille cose che, secondo comune opinione, potrebbero essere “interessanti”: trovo la testimonianza di un signore che dice di essere scappato dalla Corea del Nord, l’articolo di un tale che sostiene come Internet «ci rovinerà la vita entro il 2025», un altro che descrive «l’app per evitare le persone che odi» e, infine, un post nel quale si rivela al mondo come i trafficanti di droga brasiliani «amino i social network». Ancora: c’è chi svela «la costruzione sociale del sesso» e chi sostiene che il nostro naso è in grado di distinguere «un bilione di odori differenti».

Non so a voi, ma il mio organo dell’interesse - per usare una metafora tutt’altro che elegante - è rimasto a riposo. Sarà colpa mia, certo, ma forse anche del gran carosello di stimoli che oggi ci circonda: tutti formalmente sorprendenti, tutti in pratica superficiali e scioccamente eccentrici. Ecco una cosa interessante: il fatto che siamo assediati da cose interessanti di cui non frega niente a nessuno.

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