Crema per lo spirito

Crema per lo spirito

Mi trovo spesso ad assistere agli spot in tv perché essi rivelano molto delle dinamiche sociali, psicologiche, commerciali e perfino politiche dell’epoca in cui viviamo. Inoltre, non c’è modo di evitarli. Per queste ragioni, ieri, mi sono imbattuto in uno spot al quale era stata affidata, credo, la diffusione di una crema. Non una crema commestibile: una di quelle che si spalmano sull’epidermide. Dico "credo" perché lo spot, lungi dal dilungarsi in dettagli tecnici relativi all’azione della crema, presto ascendeva a un clima di sorprendente spiritualità.
Lo schermo era occupato da una donna seduta nella posizione del loto. La testa e le spalle le erano inondate da luce diffusa, celestiale, mentre il volto esprimeva una beatitudine difficilmente raggiungibile al pensiero di cose terrene (fatta eccezione per i gol di Marco Van Basten, ma si potrebbe obiettare che anche quelli non appartengono alla sfera materiale). Con sorpresa, ho dovuto riconoscere che questo spot, a differenza di infiniti altri, non faceva appello né nostro lato pratico né a quello carnale. Era uno spot dell’anima.
Le immagini stavano per sfumare in quello che immaginavo potesse essere un nirvana cromatico quando la donna è riapparsa sullo schermo reggendo in spalla uno zainetto. «L’acquisto della crema - ha avvertito una voce improvvisamente concreta - consente di partecipare all’estrazione di un’elegante borsa». Il risveglio, capirete, è stato brusco. Chi se l’aspettava che anche lo spirito avesse necessità di un bagaglio?

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