Cristoforo il criminale

Cristoforo il criminale

Giratela come volete, ma Cristoforo Colombo, per noi italiani, è sempre stato un vanto. A scuola, quando ci insegnavano che lo scopritore dell'America era genovese, quindi italiano, abbiamo tutti provato un brivido d'orgoglio. Questo, nonostante non ci venisse nascosto il fatto che lui, l'America, non l'aveva affatto riconosciuta e pensava di trovarsi in India.  L'orgoglio c'era e c'è ancora, al punto che la comunità italo-americana ha scelto il “Columbus Day”, Giorno di Colombo, quale data in cui organizzare la propria festa: una gran parata per le vie di New York.
Adesso arriva un commentatore, tale Eric Kasum (né italiano, né italo-americano), a dire che non è una buona idea. “Colombo – scrive Kasum – si rese colpevole di indicibile crudeltà, assoggettando a schiavitù la popolazione delle isole da lui scoperte, costringendo le bambine a subire abusi sessuali e mutilando coloro i quali, sfruttati come minatori, non raggiungevano la quota fissata di oro da consegnare nelle sue mani. Se fosse vivo oggi, Colombo senz'altro meriterebbe di essere condannato a morte”. Quest'ultima annotazione, credo, sta a sottolineare il grado di civiltà raggiunto dalla giustizia moderna rispetto a quella antica.
Il punto di Kasum, comunque, è un altro: “Le celebrazioni, oggi, dovrebbero essere dedicate a persone degne della nostra ammirazione. Cancelliamo gli assassini di massa dal nostro calendario”. Il che, fatti due conti, equivale, caro signor Kasum, a cancellare più o meno l'intera Storia.

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