Cucina pacifica

Giunto più o meno a metà strada della terza edizione, “Masterchef”, il reality culinario di Sky, ha ormai conquistato chi doveva conquistare e lasciato indifferente chi era destinato all’indifferenza. Senza vergogna alcuna, torno a dichiararmi tra i seguaci del programma, anche in virtù di alcune domande che continuo a pormi e ancora non trovano risposta. Tra queste:

1) Ma quanto pensa di essere figo Carlo Cracco? C’è un’unità di misura abbastanza grande per consentire una simile rilevazione?; 2) Perché l’italiano di Joe Bastianich, con il tempo, peggiora invece di migliorare?; 3) Nonostante sia, tra i giudici, il più generoso, appassionato e desideroso di insegnare, perché Barbieri non riesce a esercitare un’autorità anche appena superiore a quella di un capo scout?

In attesa di trovare risposta a queste domande, continuo a seguire “Masterchef” nella consapevolezza che, al suo successo, contribuisce in modo decisivo la gara, il gossip e un pizzico di inevitabile voyeurismo. Se invece volessi stabilire una personale predilezione per una trasmissione di cucina pura e semplice, tra le tante che ci sono, allora non avrei esitazioni: “Vito con i suoi” - Gambero rosso channel, ogni giovedì alle 21,30 - vince, come si dice, a mani basse.

Tanto per incominciare, “Vito con i suoi” non è un programma “di cucina”: è un programma “in cucina”. La cucina bolognese della casa di Stefano Bicocchi in arte Vito, attore televisivo, cinematografico, teatrale, agli esordi presenza muta e occhiuta di tante trasmissioni anni ’80 e ’90. Coadiuvato dal babbo e, meno spesso, dalla mamma, Vito spiega con bonomia e sentimento le ricette della sua terra, riempiendo poco a poco, quasi fosse un gustoso raviolo, uno spazio televisivo lento e pacifico come un pomeriggio di digestione. Impagabile la puntata dedicata ai tortellini: una preparazione realizzata con infinita cura, come a rivelare al mondo il segreto della pietra filosofale; poi, a cottura in corso, tra figlio e babbo ecco uno sguardo sgomento: «Socc..., abbiam dimenticato la noce moscata!»

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